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I borghi nascosti della Valtellina

I borghi nascosti della Valtellina

Borghi nascosti Valtellina


Nella Valtellina si nascondono piccole perle, borghi e frazioni silenziose dove il tempo pare essersi fermato. Qui non ci sono le folle del turismo di massa, ma atmosfere d’altri tempi fatte di pietra, legno, panorami mozzafiato, tradizioni genuine e sentieri che costringono a rallentare, a respirare. Questi luoghi — alcuni quasi abbandonati, altri tenuti in vita da comunità resilienti — sono perfetti per chi cerca autenticità, camminate nella natura e storie da sentire, non solo da vedere.


Borghi Nascosti

Ecco le sette mete che meritano una visita, con quello che le rende speciali, come arrivarci, cosa vedere, quando andarci.


Savogno

  • Dove & come arrivarci: in Valchiavenna, vicino alle Cascate dell’Acquafraggia. Si raggiunge solo a piedi tramite una mulattiera / una scalinata di 2.886 gradini immersa nel bosco.

  • Perché è speciale: borgo rurale quasi abbandonato (stabili erano gli abitanti fino agli anni ’60), altitudine circa 932 m. Le case in pietra, i loggiati in legno, la posizione panoramica lo rendono un luogo magico fuori stagione (e d’estate per il fresco).

  • Quando andarci: estate e inizio autunno per le condizioni migliori dei sentieri; l’inverno può essere suggestivo, ma molto più impegnativo.

Pianazzola

  • Dove & come arrivarci: frazione sopra Chiavenna, sul versante nord. Si può raggiungere a piedi con una passeggiata panoramica che attraversa i tradizionali muretti a secco.

  • Perché è speciale: atmosfera autentica, vista che spazia fino alle Alpi svizzere della Bregaglia. Vigneti ripristinati che producono vino; piccola comunità che ha mantenuto le radici.


Codera

  • Dove & come arrivarci: nella Val Codera, Valle laterale della Valchiavenna. Nessuna strada carrozzabile: si arriva con un sentiero (o in alcune situazioni via elicottero alle frazioni) da Novate Mezzola, impiegando circa 2 ore a piedi.

  • Perché è speciale: case di granito, torri, oratori; un posto in cui la natura è prorompente e l’isolamento è parte del fascino. Poco popolato ma vivo grazie a chi sta, alle associazioni, agli orti, ai terrazzamenti.

  • Cosa fare: camminare nel borgo, dormire/ristorarsi alla Locanda o all’Osteria Alpina; esplorare i dintorni, le incisioni rupestri, i sentieri che collegano alle valli vicine.


Scilironi

  • Dove & come arrivarci: lungo la strada per Valmalenco, dopo Sondrio, in località Prato, si nota un agglomerato di case abbarbicate sulla montagna: Scilironi, frazione del Comune di Spriana.

  • Perché è speciale: evacuata quasi interamente negli anni ’60 per rischio frana, ma ancora abitata in estate; ha scalinate, lavatoi, vicoli pittoreschi; è luogo di progetti artistici e identitari come “Le radici di un’identità”; illuminazioni natalizie che la trasformano in presepe naturale.


Baruffini

  • Dove & come arrivarci: verso Tirano, sul versante sud del monte Masuccio, circa 800 m di quota. Frazione panoramica affacciata sulla Val Chiosa.

  • Perché è speciale: vista magnifica sull’Adda e sulle Orobie; presenza di incisioni preistoriche (coppelle); bella esperienza slow con sentieri tematici come il Sentiero del Pane, il Sentiero del Contrabbando e della Memoria. Big Bench & la natura circostante completano il quadro.


Migiondo

  • Dove & come arrivarci: frazione che si raggiunge da Sondalo tramite un facile sentiero; pochi chilometri separano Migiondo dal centro.

  • Perché è speciale: un nucleo contadino con prati, castagneti, vecchio mulino; la vicinanza ai sanatori conferisce una storia particolare; una falesia per gli appassionati di arrampicata; manifestazioni come “La Migiondara” in autunno che coniugano gastronomia e tradizione.


Contesto storico, culturale e naturalistico

  • Questi borghi spesso sorgono in aree isolate, su pendii ripidi o vallate secondarie, dove le condizioni geografiche hanno favorito un isolamento che ha preservato architettura tradizionale, tecniche costruttive in pietra, legno, muri a secco, terrazzamenti, mulini, oratori, lavatoi.

  • La storia montana: pastorizia, piccola agricoltura, sanatori per malattie come la tubercolosi, la gestione della risorsa idrica (minacce naturali, frane), l’emigrazione e lo spopolamento.

  • Le comunità che restano sono spesso molto legate al territorio, mantengono feste, sagre, produzioni locali (vini, formaggi, castagne), e sperimentano forme di turismo sostenibile.


Consigli pratici

  • Preparazione fisica: molti luoghi richiedono cammini, gradini, sentieri montani. Scarpe adeguate, bastoncini se serve, buon allenamento.

  • Stagioni migliori: primavera-estate fino all’inizio dell’autunno. Evitare inverni rigidi, se non si è attrezzati. Alcune vie o sentieri possono essere chiusi o pericolosi con neve o ghiaccio.

  • Alloggio e ristoro: portarsi scorte se lontani da paesi più grandi; verificare che ristoranti o locande siano aperti (alcune sono stagionali). Meglio informarsi con largo anticipo.

  • Rispetto del luogo: in borghi piccolissimi, con abitanti che tengono vive le tradizioni, è importante essere rispettosi — silenzio, rifiuti, orari, uso dell’acqua, minor impatto possibile.

  • Guidati da associazioni locali: in molti casi esistono gruppi o cooperative che curano la manutenzione, fanno visite guidate, eventi culturali: partecipare significa anche sostenere la comunità.


Perché vale la pena uscire dai circuiti standard

  • Il silenzio: non ci sono folle, rumore urbano.

  • La lentezza: cammini, pause, scoperta lenta.

  • L’autenticità: case antiche, storie locali, prodotti genuini.

  • Il panorama: la montagna vista da punti poco battuti ha una luce e una prospettiva diversa.

  • Il contatto con la natura, con il ritmo delle stagioni.

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