Borghi fantasma Valtellina
Savogno: un borgo sospeso nel tempo
Origini e caratteristiche
Savogno è un piccolo borgo medievale che fa parte del comune di Piuro, situato sul versante destro della Val Bregaglia, in Lombardia. È arroccato su un terrazzo naturale, sopra le Cascate dell’Acquafraggia, immerso nei boschi. Le case sono costruite in pietra, con tetti in scisto, loggiati in legno e strutture che testimoniano una architettura rurale spontanea.
Non c’è strada per Savogno: si raggiunge solo a piedi tramite una mulattiera ripida, con molti gradini. Alla partenza del percorso si trovano Borgonuovo di Piuro e la località Sarlone.
Storia, spopolamento e abbandono
Savogno ha avuto decorosamente una vita fino a metà Novecento, come molti altri borghi alpini, ma ha cominciato a perdere popolazione gradualmente. L’ultimo abitante permanente se ne andò nel 1968. Da allora, il borgo è “fantasma” per buona parte dell’anno: le case restano vuote, il silenzio predominante, salvo in estate quando alcuni discendenti tornano per le vacanze, escursionisti o persone interessate al turismo slow.
Ci sono però alcuni interventi di conservazione: restauri, il bar-rifugio aperto in estate, la (ri)illuminazione nelle ore serali e notturne a partire dal 2008.
Atmosfera e cosa visitare
Camminare a Savogno significa fare un salto nel passato: vicoli stretti, case silenziose, la chiesa dei Santi Bernardino e Antonio Abate (consacrata nel 1465), loggiati, lavatoi, vecchie fontane, una casa parrocchiale restaurata da san Luigi Guanella fra il 1867‐1875.
L’escursione tipica può partire dalle Cascate dell’Acquafraggia, che già da sole sono mete affascinanti della valle, poi proseguire per dosi di natura, storia e panorama fino a Savogno e eventualmente l’alpeggio Dasile.
Codera: borgo isolato, ma vivo
Geografia, accesso e peculiarità
Codera è il borgo “capitale” della Val Codera, una valle secondaria della Valchiavenna facente capo al comune di Novate Mezzola. Si trova a circa 824 metri s.l.m.
Non è raggiungibile con strade carrozzabili: si accede solo a piedi, tramite sentieri ben tracciati A) dal fondovalle (Novate Mezzola → Mezzolpiano → Avedée → Codera) oppure B) tramite il famoso Tracciolino, costruito negli anni ’30 per collegare gli impianti idroelettrici, che è anch’esso sentiero panoramico, con scorci notevoli.
Questo isolamento ha preservato tradizioni, paesaggi e architetture, ma ha anche contribuito allo spopolamento.
Popolazione, economia e spopolamento
In tempi non troppo remoti, Codera e la Val Codera erano comunità autosufficienti con oltre 500 abitanti sparsi tra vari nuclei abitativi. Con la modernità, con le industrie più accessibili in pianura, l’attrazione per la vita meno isolata, la mancanza di infrastrutture idonee, la popolazione è diminuita drasticamente.
Ad esempio, nel 1933 la valle contava circa 500 abitanti. Wikipedia+1 Nel 2001, Codera aveva 10 abitanti. In anni recenti, il numero è ulteriormente calato: alcune fonti segnalano 4 abitanti permanenti al 2024.
L’economia tradizionale era basata su agricoltura di sussistenza: ortaggi, patate, legumi, allevamento di capre e pecore, castagneti, estrazione della pietra (granito sanfedelino) per uso locale e anche per esportazione.
Elementi culturali e di resilienza
Nonostante le difficoltà, c’è chi ha cercato di mantenere viva la valle con lo scopo di curare, riabitare, coltivare in modalità biologica, far rivivere sentieri e tradizioni.
Ci sono un museo etnografico a Codera, musei sparsi, l’Osteria Alpina e la locanda, che rimangono aperti quasi tutto l’anno, se possibile, ed eventi religiosi (quelle processioni) che mantengono un tessuto sociale vivo.
Il sentimento del “borgo che non c’è”
Codera è spesso definito come “paese che non c’è” perché invisibile dalle strade principali, isolato, quasi surreale. È un luogo dove il tempo materiale e sociale scorre in modo diverso: pochi abitanti permanenti, ma un continuo ritorno estivo, una forte identità e un forte legame con la natura e con la storia.
Confronto e riflessioni
| Aspetto | Savogno | Codera |
|---|---|---|
| Accesso | Solo a piedi, mulattiera ripida | Solo a piedi o tramite sentieri / Tracciolino; nessuna strada carrozzabile |
| Abbandono | Abbandonato permanentemente dal 1968, abitazioni solo estive / occasionali | Spopolamento forte, ma ancora qualche abitante permanente |
| Economia tradizionale | Agricoltura e allevamento locali, vitigni, logica rurale | Agricoltura di sussistenza, estrazione pietra, allevamento, prodotti locali |
| Turismo / conservazione | Interesse turistico soprattutto escursionistico, restauro, rifugio/bar estivo | Forte movimento locale/associazioni, musei, osterie, eventi religiosi e culturali |
| Atmosfera | Sospesa, quasi “stanziale”, case silenziose, pietra e legno, panorama | Più variato, con nuclei diversi, ambienti molto selvaggi, folclore, comunità resilienti |
Perché visitarli oggi
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Per la natura: paesaggi di montagna intatti, boschi, terrazzi, torrenti, viste sul lago di Mezzola (Codera) o panorami sulla Val Bregaglia (Savogno).
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Per il silenzio e la contemplazione: luoghi dove il ritmo è lento, dove il rumore della natura prevale e le tracce del passato (case, chiese, lavatoi, fontane) parlano più forte dei discorsi moderni.
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Per la storia locale: tradizioni, architetture rurali, antichi sentieri, la relazione con la pietra (il granito sanfedelino), con la montagna come fattore che forgia cultura.
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Per l’escursionismo: camminate che uniscono difficoltà, ma anche bellezza, come il sentiero verso Codera, il Tracciolino, oppure da Borgonuovo a Savogno passando per la mulattiera che attraversa i boschi e le terrazze.
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Per un turismo sostenibile: chi ama evitare il turismo di massa troverà qui opportunità genuine e non “commerciali”, dove la conservazione non consiste solo nel ricordo, ma in un impegno concreto di comunità.









