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I borghi fantasma della Valchiavenna

i borghi fantasma della valchiavenna

Borghi fantasma Valchiavenna


La Valchiavenna è una valle alpina che si estende in provincia di Sondrio e Lombardia, ricca di natura incontaminata, montagne spettacolari e anche di un fascino particolare legato ai borghi abbandonati.

Tra questi, Savogno e Dasile sono i più noti: villaggi che sembrano sospesi nel tempo, raggiungibili in parte solo a piedi, con case in pietra, antichi sentieri, mulini, boschi che ricoprono lentamente ciò che l’uomo ha lasciato. In questo articolo esploreremo la storia, la descrizione, come arrivarci, cosa vedere e perché questi borghi continuano ad attirare curiosi, escursionisti e appassionati di fotografia.


Savogno

Storia e contesto

Accessibilità

  • Si raggiunge solo a piedi tramite mulattiera abbastanza ripida: ci sono circa 2.886 gradini che collegano Savogno al fondovalle.

  • Da Chiavenna o Piuro, bisogna prepararsi a camminare, con buon equipaggiamento. Non ci sono strade carrozzabili fino al borgo.

Cosa vedere e perché vale la pena

  • Il silenzio, l’atmosfera sospesa, il contatto con la natura selvaggia.

  • Le case antiche in pietra, i sentieri che collegano la zona a cascate come l’Acquafraggia, panorami mozzafiato.

  • È un’occasione per chi ama fotografia, trekking, e riflessione: i paesaggi rendono vivo il contrasto tra presenza umana del passato e la lenta riappropriazione da parte della natura.

Criticità

  • Accesso difficile, nessun servizio al borgo (ristoro, alloggio strutturato dentro il borgo, salvo piccole eccezioni estive).

  • In caso di maltempo, la mulattiera può diventare pericolosa.


Dasile

Storia e descrizione

  • Dasile è un altro borgo abbandonato della Valchiavenna.

  • Come Savogno, è isolato: non è servito da strade asfaltate, raggiungibile solo con sentieri.

  • La vita tradizionale è visibile ancora oggi negli edifici: materiali, struttura, modo in cui il borgo interagiva con l’ambiente montano.

Accessibilità & cosa aspettarsi

  • Serve percorrere sentieri: non ci sono accessi facili con veicoli.

  • Aspettati un borgo meno “rifinito” di altri, con resti di edifici, natura invasiva, oggetti del passato che fanno da traccia ma non da cornice turistica.

  • Ancora più immersione nella natura selvaggia, nel silenzio, in un contesto che offre una forte sensazione di isolamento e storia.


Leggende, fascino e perché restano vivi nella memoria

  • Il fascino deriva non solo dall’abbandono materiale, ma dal fatto che sono luoghi veri, non ricostruiti per il turismo, non “tematizzati”. Persone che emigrarono, cambiamenti economici, accessibilità ridotta: fattori che hanno portato allo spopolamento.

  • Il contrasto tra l’effetto scenico (case, pietra, tetti, boschi) e la presenza passata degli abitanti genera una sorta di magìa nostalgica.

  • Sono anche luoghi utili per riflettere su temi come il rapporto uomo‑natura, l’abbandono rurale, la sostenibilità, il recupero del patrimonio.


Altri borghi vicini e complementari

  • Pianazzola: non un borgo fantasma completo, ma una piccola frazione con caratteristiche rurali, case in pietra, viottoli. Serve come punto di appoggio per escursioni verso Savogno.

  • Ci sono vari altri borghi isolati o semi‑abbandonati sparsi nella Valchiavenna, specie in valloni laterali, che meritano esplorazione se ti piace camminare fuori dai percorsi battuti.


Suggerimenti pratici per visita

  1. Abbigliamento adeguato: scarpe da trekking, bastoncini, abbigliamento impermeabile.

  2. Periodo migliore: estate e inizio autunno, quando le condizioni meteo sono più stabili e il borgo può avere qualche presenza estiva. Evitare inverno intenso.

  3. Acqua & cibo: porta con te tutto il necessario, poiché nei borghi non ci sono servizi regolari.

  4. Orari e luce: partire di buon’ora per sfruttare la luce del giorno e tornare prima del tramonto.

  5. Informati localmente: assieme ai percorsi segnati, può esser utile chiedere al comune o a guide locali aggiornamenti sullo stato del sentiero o del borgo (possibili danni, chiusure).


I borghi fantasma della Valchiavenna come Savogno e Dasile rappresentano delle finestre sul passato che si trovano in luoghi remoti, immersi nella natura: custodiscono storie, bellezza, silenzio, e una connessione forte con la montagna. Non sono mete comode, ma per chi cerca autenticità e meraviglia il sacrificio del cammino è ampiamente ripagato.

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