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E se l’Eurovision si tenesse in Valtellina? Luoghi da sogno e vibrazioni locali

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eurovisionL’Eurovision in Valtellina? L’idea sembra essere improbabile ma… sufficientemente stuzzicante. D’altronde, è facile immaginarne i contorni: le luci che si riflettono sulle cime innevate, la scenografia naturale mozzafiato e le bandiere di tutta Europa che sventolano contro il cielo di montagna.

Certo, l’edizione Eurovision 2025 è già attribuita alla Svizzera e per organizzarne una in Italia bisognerebbe sperare nella vittoria di Lucio Corsi, ma per quanto possa sembrare un’idea bizzarra, in realtà organizzare un simile festival in Valtellina significherebbe caratterizzare di grandi significati la manifestazione, portandola fuori dai tradizionali palasport metropolitani e immergendola in un contesto alpino di straordinaria bellezza.

La Valtellina, una location perfetta!

Cominciamo dalle buone notizie. La Valtellina può vantare panorami maestosi e strutture ricettive di altissimo livello che potrebbero offrire diverse soluzioni di qualità per ospitare uno spettacolo delle dimensioni dell’Eurovision.

Bormio, con il suo centro congressi recentemente ammodernato, o Livigno, con i suoi impianti sportivi costruiti in previsione delle Olimpiadi invernali del 2026, potrebbero essere convertiti in auditorium temporanei dotati di tutte le tecnologie necessarie per un evento di portata internazionale.

Inoltre, considerato che uno degli aspetti più affascinanti dell’Eurovision è la celebrazione della diversità culturale, quale miglior modo di farlo se non attraverso la gastronomia della zona? In Valtellina, terra di sapori intensi e autentici, le delegazioni dei vari Paesi potrebbero infatti trovare terreno fertile per un dialogo culinario davvero impareggiabile, integrando i pizzoccheri della tradizione valtellinese con le specialità svedesi, greche o portoghesi, in quello che potrebbe diventare facilmente un festival parallelo dedicato al cibo, un ponte gastronomico tra le diverse culture europee.

Tra tradizione e innovazione

Non è tutto. L’Eurovision in Valtellina potrebbe facilmente distinguersi per essere la prima edizione completamente sostenibile nella storia del concorso. Sfruttando le energie green abbondanti in valle, l’illuminazione e l’amplificazione del festival potrebbero essere alimentate da fonti rinnovabili. I trasporti tra le varie località potrebbero avvenire su navette elettriche, riducendo drasticamente l’impatto ambientale. E la stessa scenografia potrebbe in fondo essere realizzata con materiali locali e riciclabili, trasformando la manifestazione in un esempio virtuoso di come un grande evento internazionale possa rispettare l’ambiente che lo ospita.

Il ricorso ad un’impronta di maggiore sostenibilità finirebbe inoltre con l’essere pienamente funzionale e conciliante con la ricerca della modernità, con l’evento che finirebbe con l’unire tradizione e innovazione in modo ancora più evidente.

Una scelta coraggiosa

Anche se i grandi protagonisti dell’Eurovision sono sicuramente gli artisti con le loro canzoni, è indubbio che un occhio di attenzione non possa che essere dato anche agli spettatori. Proprio per costoro, un potenziale Eurovision in Valtellina sembra essere in grado di rappresentare un’esperienza immersiva indimenticabile, con ingresso a 360 gradi in un contesto ambientale tra i più incantevoli d’Europa.

In un modello sostenibile, i fan potrebbero dunque partecipare a escursioni guidate alla scoperta delle bellezze naturali della valle, visitare le antiche cantine dove matura il pregiato vino Sforzato, o rilassarsi nelle terme di Bormio dopo una giornata intensa di musica. Le piazze dei borghi storici potrebbero trasformarsi in palcoscenici secondari dove gli artisti in gara potrebbero esibirsi in versioni acustiche dei loro brani, creando momenti di intimità musicale impossibili da replicare nei grandi auditorium.

Insomma, a ben vedere da quanto abbiamo brevemente potuto condividere nelle scorse righe, il vero successo di una prossima edizione dell’Eurovision in Valtellina si misurerebbe non solo nel numero di spettatori o nella qualità delle performance, quanto anche e soprattutto nell’eredità che lascerebbe al territorio in termini di visibilità.

Per quanto riguarda gli investimenti, le infrastrutture create o ammodernate per l’occasione continuerebbero infatti a servire la comunità locale e i turisti per anni a venire. La visibilità internazionale ottenuta dalla valle porterebbe a un incremento del turismo culturale e i legami creati con artisti e produttori di tutta Europa potrebbero tradursi in future collaborazioni e scambi culturali.

Per il momento, tutto questo rimane però un sogno. Per renderlo realtà nel breve termine, occorre fare il tifo per l’artista italiano attualmente in gara (Lucio Corsi) e sperare poi che un’aggiudicazione al nostro Paese di questa manifestazione possa premiare una scelta coraggiosa come quella della Valtellina.

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