Borghi abbandonati
Un viaggio nel tempo e nel silenzio
La Valtellina, con le sue valli laterali, montagne imponenti, torrenti e boschi, nasconde piccoli tesori sospesi nel tempo: borghi e frazioni parzialmente o completamente abbandonate che conservano memorie, architetture tradizionali e un fascino struggente.
Alcuni di questi borghi sono ormai fantasmi, altri sono in via di spopolamento, ma tutti invitano a una riflessione sul rapporto tra uomo, natura, tempo e abbandono.
Principali borghi abbandonati / quasi abbandonati
Ecco alcuni dei borghi più noti (e suggestivi) in Valtellina che meritano una visita:
| Borgo / Frazione | Localizzazione | Stato attuale | Caratteristiche principali |
|---|---|---|---|
| Savogno | Valchiavenna, comune di Piuro, quota ~932 m. | Borgo quasi completamente abbandonato; popolazione stabile solo nei mesi estivi. | Mulattiera / scalinata di ~2.886 gradini immersa nel bosco; case in pietra con loggiati in legno; atmosfera medievale; forte suggestione del paesaggio. |
| Codera | Val Codera, Valchiavenna | Poco abitata; accesso solo a piedi tramite sentieri; quasi nessun accesso veicolare. | Architettura tradizionale di montagna (pietra, granito); natura rigogliosa; leggende locali; isolamento accentuato che rafforza il fascino. |
| Scilironi | Valmalenco, frazione del Comune di Spriana | Progressivo abbandono a partire dagli ultimi decenni; risorge stagionalmente grazie a iniziative locali; qualche residente estivo. | Case su pendii ripidi; vicoli, gradinate di pietra; atmosfera “paese-presepe”, specialmente in periodi particolari |
| Altri borghi / frazioni minori | Frazioni come Baruffini, Migiondo | Piccoli nuclei con pochi abitanti, molti edifici vuoti, abitazioni usate come seconde case o abbandonate. | Bellezze naturali, panorama, tradizioni, vicinanza con boschi e pascoli; ideali per chi cerca lentezza. |
Storia e ragioni dello spopolamento
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Le cause sono diverse: migrazione verso fondovalle o città in cerca di migliori condizioni di vita, accesso ai servizi, lavoro; spopolamento legato alle difficoltà dell’agricoltura e gestione della montagna.
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Alcune zone sono geograficamente isolate (Codera senza strade carrozzabili, Savogno raggiungibile solo con scalinate o sentieri). Questo isolamento ha accentuato lo spopolamento e la perdita dei servizi.
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Eventi storici hanno accelerato il declino demografico.
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Anche il rischio di frane o altri problemi ambientali in zone montane può aver contribuito all’abbandono o al rallento del mantenimento delle costruzioni.
Perché visitarli
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Esperienza autentica e immersiva: camminate, natura, silenzio, panorami, strutture in pietra e legno che parlano di un passato rurale ancora leggibile.
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Fotografia, arte, ispirazione: molti fotografi, artisti, appassionati di storia locale sono attratti da questi luoghi per la forte atmosfera che conservano.
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Tourismo lento e sostenibile: perfetti per chi non cerca comodità, ma vuole capire la terra, ascoltare storie, muoversi lentamente.
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Leggende e misteri: storie come quella del “brigante Valfubia” a Codera, racconti popolari legati al passato, elementi che aumentano il fascino.
Come visitarli
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Preparazione fisica: molti borghi sono raggiungibili solo a piedi o tramite sentieri ripidi. Scarpe robuste, abbigliamento adatto, acqua.
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Tempistiche: primavera / estate / inizio autunno sono stagioni migliori; nevicate, pioggia o ghiaccio rendono alcuni sentieri pericolosi o impraticabili.
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Informarsi prima: condizioni dei sentieri, accessibilità, possibili restrizioni; in alcuni casi vitto/alloggio minimo o assente.
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Rispetto del luogo: molti edifici sono privati o in stato di degrado; meglio non entrare dove non è permesso, lasciare l’area come la si trova, rispettare ambiente e popolazione locale.
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Documentarsi: portare mappe, possibilmente guide locali; usare app o siti aggiornati per capire la situazione sul campo.
Didattica, recupero, prospettive future
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Alcuni borghi possono diventare luoghi di sperimentazione culturale, residenze artistiche, turismo sostenibile.
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Progetti di recupero sono già in corso in vari casi, ma richiedono investimenti, volontà politica locale, poi strutture minime per ospitalità.
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Le comunità locali possono svolgere un ruolo importante nel mantenimento del patrimonio (conoscenze, tradizioni, manutenzione), anche se con pochi abitanti.





