Nella “battaglia più alta della storia” a 3.678 metri perse la vita il Capitano Berni.
In ricordo dei nostri combattenti, in particolare del 5° Reggimento Alpini, riporto uno stralcio di una lettera inviata a casa all’inizio di agosto 1918 da un ufficiale alpino furvese, protagonista della presa italiana dell’agosto:
“Mia cara …! Sono sceso (dal Rifugio Gavia) ieri notte e con me tutta la Compagnia. Lo scopo per cui siamo scesi di nuovo a Santa Caterina è appunto la famosa azione del San Matteo della quale te ne parlai tempo fa. Il giorno 6 saliremo al Tresero e il giorno 7 attaccheremo decisamente e risolutamente la potentissima posizione suddetta!
I preparativi danno affidamento di riuscita; i miei soldati sono pieni di coraggio e di fiducia… La mia decisione è forte e rigida come le rocce alle quali dovrò aggrapparmi, perciò piaccia a Dio di darmi il compenso della vittoria e della giustizia, o immergere la mia famiglia nel dolore di un nuovo lutto!”.
Il San Matteo fu conquistato e poi riperso il 3 settembre. Ma questa è storia. Tenere in mano questi documenti su carta intestata del 5°, mi fa venire la pelle d’oca. Nessuno più di loro ha mai desiderato la pace.
Stefano Faifer