La storia del Rifugio Casati: dalle origini alla ricostruzione

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rifugio casati capanna gianni casatiRifugio Casati

La Capanna Gianni Casati, con i suoi 3.269 metri, è uno dei rifugi più alti delle Alpi, costruito nel 1923 grazie al CAI Milano.

La sua costruzione iniziò nel 1922 su iniziativa del Club Alpino Italiano Milano nei pressi del passo Cevedale nel luogo in cui, durante la Prima Guerra Mondiale, si trovavano dei baraccamenti di soldati austriaci.

Una posizione strategica sul passaggio che, durante il conflitto, metteva in comunicazione Valfurva, Val Martello e Solda.

I lavori di costruzione del rifugio iniziarono nell’estate del 1922, ma, a causa delle cattive condizioni atmosferiche, finirono nel 1923.

Inaugurato il 9 dicembre del 1923 fu immediatamente intitolato a Gianni Casati, morto valorosamente nel corso della Grande Guerra a Gorizia, il 12 agosto 1916. Il padre dell’ufficiale contribuì fortemente alle spese per la costruzione del rifugio.


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Capanna Gianni Casati

Nel frattempo lo sviluppo crescente dello sci alpinismo e la grande affluenza di alpinisti richiese presto l’ampliamento del rifugio. Nel 1934 poco più in alto venne aggiunto l’attuale rifugio Guasti, utilizzato durante la stagione invernale.

Nel 1985 Capanna Gianni Casati è stata interessata da un importante intervento di ristrutturazione e riammodernamento, ma dopo oltre 35 anni è stata decisa la sua demolizione e ricostruzione a causa dello scioglimento del ghiaccio nei detriti su cui è stato costruito.

Il rifugio sta scivolando verso il sottostante ghiacciaio, crepe sui muri e terrazza inclinata lo certificano.

Il nuovo rifugio sarà costruito poco più in alto, dove sorge la più piccola Capanna Guasti, intorno ai 3.285 metri di quota, proprio sul confine tra Valfurva e Val Martello.

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