La Valtellina è un luogo incantato, talvolta inquietante, che oggi si risveglia attraverso racconti e miti. Un mondo dove le leggende narrano di creature misteriose che regnano nei boschi.
Streghe in Valtellina
Una leggenda ci trasporta in tempi oscuri, popolati da presenze inquietanti portatrici di sventura: le streghe. Furono loro, involontariamente, ad avviare la tradizione dei falò di Ferragosto.
Durante le notti di luna calante si riunivano in una radura segreta nella Bassa Valle conosciuta come “Acqua di Cofana”. Intorno al fuoco malvagio celebravano il loro sabba, compiendo riti nefasti che seminavano disgrazie sulla provincia: piaghe e malattie colpivano uomini e bambini, i raccolti marcivano, le bestie morivano.
Per porre fine a tale devastazione, un contadino ebbe un’idea tanto semplice quanto geniale: nelle sere delle adunanze accendere fuochi sui pascoli e nei campi, per confondere le fattucchiere e interrompere i loro rituali nefasti.
Fine brutale
Nonostante l’espansione del cristianesimo, la magia e gli antichi rituali resistevano tenacemente, soprattutto nelle regioni alpine come la Valtellina. Fu così che, a partire dal XIV secolo, la Chiesa cominciò a perseguitare chiunque fosse sospettato di praticare la stregoneria.
Non importava quanto innocenti dichiarassero di essere: i sospettati facevano sempre una fine brutale, vittime delle credenze e dell’ignoranza, capri espiatori di ogni sciagura.
Numerosi furono i processi contro le streghe avviati nella contea di Bormio e nella valle di Poschiavo dal XV al XVIII secolo. Molte donne furono arrestate, sottoposte a torture, condannate e arse vive, spesso di fronte alla chiesa di San Gallo a Premadio.