Iscrizione anagrafica
Il Comune di Sondrio, attraverso i suoi funzionari, ha correttamente operato, applicando la normativa in vigore, rigettando la richiesta di residenza presentata da Abdellatif Semlali.
Come si evince dall’ordinanza del Tribunale di Sondrio del 21 febbraio scorso, infatti, l’uomo, cittadino italiano originario del Marocco, senzatetto, aveva dichiarato di eleggere quale domicilio l’indirizzo della sede comunale, piazza Campello 1, senza fornire all’Ufficio anagrafe gli elementi necessari per lo svolgimento degli accertamenti previsti, limitandosi a indicare il container posizionato nel parcheggio di via Aldo Moro, quale luogo in cui trascorreva le ore notturne.
Contemporaneamente aveva dichiarato di essere seguito dal servizio sociale di Morbegno.
Sulla scorta di tali elementi – si legge nell’ordinanza del Tribunale – il Comune di Sondrio ha emesso il provvedimento di irricevibilità.
Leggi anche: Denunciato senzatetto fermato con accetta e coltello
L’uomo, infatti, come risulta evidente, non aveva alcun collegamento con la sede comunale né si era premurato di allegare la dichiarazione rilasciata dalla Croce Rossa, che gestisce il ricovero notturno per senzatetto, che avrebbe consentito al Comune di effettuare gli accertamenti per la verifica del domicilio.
Originario del Marocco
La legge è chiara: la residenza viene concessa in presenza di un collegamento tra il richiedente e il territorio comunale che, nel caso specifico, come ha chiarito il Tribunale, non sussisteva al momento della presentazione dell’istanza.
I funzionari del Comune di Sondrio si sono quindi limitati ad applicare la normativa in vigore sulla base della documentazione allegata.
Risulta chiaro infatti come non sia possibile iscrivere quale residenza la sede comunale.
L’ordinanza del Tribunale dimostra l’incompletezza della domanda a suo tempo presentata al Comune dal signor Semlali.
Se fossero stati prodotti tutti i documenti necessari, l’istanza sarebbe stata accolta e la residenza concessa.