Larèsù
Nel territorio di Albosaggia, sopra l’Alpe Campelli, c’è un antico larice a cui è stato dato il nome Larèsù. Questa è l’occasione, facendo un anello, per andare a vederlo perché fa parte di una serie di piante secolari presenti in Valtellina.
Prima però conviene salire al panoramico Pizzo Meriggio e alla sua Croce. Si lascia l’auto in prossimità della chiesetta di Campelli e si prosegue a piedi sulla strada che sale alla parte alta dell’alpeggio.
Circa a quota 1.400 m si imbocca la pista forestale, alternativa al ripido sentiero, che passa dall’Alpe Campello (1.800 m). Arrivati allo scollinamento a quota 1.950 m si lascia la sterrata e si imbocca il sentiero che devia a sinistra.
Raggiunta l’Alpe Piada (2.100 m), passando a fianco di Punta della Piada, si percorre il sentiero che sale sulla dorsale che sta tra Val Venina e Valtellina, arrivando alla Croce e al Pizzo Meriggio (2.350 m), punto molto panoramico perché offre una vista a 360 gradi.
Ai piedi della croce parte una ripida traccia in direzione Nord/Nord-Ovest che porta ai laghetti delle Zocche (2.070 m).
Raggiunta la Baita di Sciuch si prende la pista forestale che scende all’Alpe della Casera con il suo piccolo lago. Dalla Baita della Casera (1.950 m) si continua sulla sterrata in direzione di levante. In prossimità di una grande vasca in acciaio per l’acqua, che si trova della Casera del Meriggio, si devia sul sentiero di sinistra che scende nella valletta del Torchione.
Larice antico Albosaggia
Arrivati a quota 1.550 m, vicino ad un albero sradicato, si trovano i segnavia che segnalano una lieve traccia che porta al grande e maestoso Larèsù, menzionato sul registro degli alberi monumentali.
Tornati sul sentiero si passa vicino ad una sorgente di acqua fresca e poi si prosegue sulla pista forestale che porta alla parte superiore dell’Alpe Campelli, da dove si ripercorre la parte iniziale dell’escursione.
Percorso (EE) di 18 chilometri, dislivello positivo 1.342 metri, fontane scarse.
Giorgiogemmi.it