La leggenda del Valfubia
Chi / che cosa è il Valfubia
-
Il Valfubia (o Val Fubbia / Val Fobia secondo alcune varianti locali) è descritto come un uomo malvagio, ladro anche dei poveri, che dopo la morte è diventato un’anima in pena (in dialetto “cunfinà”) costretto a vagare di notte per la valle.
-
Ha il potere di cambiare sembianze: può apparire come uccello rapace, oppure come maiale (in una versione curiosa ha anche un taschino da cui esce tabacco), oppure come ombra inafferrabile.
Dove appare / dove “abita”
-
La sua presenza è legata ai sentieri notturni nei dintorni di Codera e Bresciadega, nella zona compresa tra queste località.
-
La Valfubia dà il nome anche alla piccola valle laterale (Valfubia o Val Fubbia) che si unisce alla Val Codera. Chi sale verso Codera, passando dopo Avedée e superata una galleria paramassi, attraversa il solco della Valfubia.
Cosa fa / che danni provoca
-
Terrorizza i viandanti che transitano da soli di notte. Può lanciare sassi “dalle gande” contro chi cammina da solo.
-
Spesso si manifesta con un soffio forte che spaventa chi è fuori di casa o all’aperto la sera.
-
Le sue urla sono descritte come lamentevoli, impressionanti.
Come difendersi / cosa basta per tenerlo lontano
-
Secondo la leggenda locale, usare un rosario è efficace: il Valfubia lo trova intollerabile.
-
Avere un bastone, una pila (torcia) e appunto il rosario in tasca quando si cammina di sera nei luoghi “sensibili”.
Un episodio narrato
-
Un testimone racconta che una sera a Bresciadega, mentre una donna usciva dalla baita per un bisogno, sentì un soffio potente che la travolse. Spaventata, entrò in casa. Suo marito uscì con un’arma ma non trovò nulla. Era il Valfubia che voleva farle paura.
-
Dopo quell’evento, le sere successive non usciva più senza bastone, torcia e rosario.
Fine del Valfubia / epilogo
-
C’è una versione della leggenda che dice che gli abitanti dei paesi vicini, stanchi del terrore, organizzarono una battuta di caccia notturna. Armati di bastoni robusti, lanterne ecc., cercarono il Valfubia nei boschi, lo individuano come un’ombra fra gli alberi, lo picchiano con bastoni e lo scaraventano nel cuore del vallone. Da allora, dicono, non ricompare più fisicamente.
-
Rimangono solo i lamenti, udibili soprattutto durante i temporali, che salgono dal “cuore” del vallone chiamato “Caurga”.
Interpretazioni / riflessioni
-
Il Valfubia può essere visto come spirito tormentato, forse simbolo delle paure notturne in zone remote, del pericolo rappresentato dalla solitudine e dal buio in montagna.
-
La richiesta del rosario (simbolo religioso) come protezione è tipica delle leggende alpine / valligiane dove sacro e profano si mescolano nei racconti popolari.
-
Il fatto che cambi sembianze è anch’esso comune nel folklore: gli esseri “inferi” o inquietanti assumono forme diverse per ingannare o terrorizzare.