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Così proteggi casa (quasi) gratis: la guida semplice al Bonus Sicurezza 2026

Bonus Sicurezza CasaI bonus per la sicurezza della tua abitazione - (valtellinamobile.it)

La Legge di Bilancio 2026 conferma e aggiorna il Bonus Sicurezza: detrazioni fiscali per chi installa sistemi antifurto e videosorveglianza

Nel 2026 la tutela della sicurezza domestica continua a essere una priorità per molte famiglie italiane, grazie alla conferma e all’aggiornamento del Bonus Sicurezza, un’agevolazione fiscale che incentiva l’installazione di sistemi di allarme e videosorveglianza.

La Legge di Bilancio 2026 ha prorogato questa misura con alcune novità importanti che riguardano le aliquote di detrazione, i beneficiari e le modalità di fruizione, offrendo un’opportunità concreta per proteggere la propria abitazione principale o una seconda casa con un risparmio fiscale significativo.

Bonus Sicurezza 2026: detrazione per la prima e seconda casa

Il Bonus Sicurezza 2026 permette di recuperare il 50% delle spese sostenute per l’installazione di impianti antifurto, sistemi di videosorveglianza e altri dispositivi di sicurezza nella prima casa, ossia l’abitazione principale. La detrazione IRPEF si applica su un limite massimo di spesa di 96.000 euro, ripartita in dieci quote annuali, con un risparmio fiscale potenziale fino a 48.000 euro.

Per quanto riguarda la seconda casa, come ad esempio una casa vacanze o un immobile lasciato vuoto per lunghi periodi, la detrazione scende al 36% delle spese sostenute, sempre suddivisa in dieci anni. Dal 2027, la normativa prevede un ulteriore riduzione delle aliquote: il Bonus Sicurezza per la prima casa passerà al 36%, mentre per la seconda casa si ridurrà al 30%.

Questa differenziazione di aliquote è stata introdotta per privilegiare la sicurezza degli immobili a uso abitativo principale, mentre resta comunque un sostegno importante per chi desidera mettere in sicurezza anche le seconde abitazioni.

La detrazione riguarda esclusivamente interventi permanenti che migliorano la protezione dell’immobile contro intrusioni e furti. Tra gli interventi ammessi rientrano:

  • impianti d’allarme cablati e centraline di controllo,
  • sistemi di videosorveglianza fissi, con telecamere ad alta definizione,
  • sensori di movimento,
  • sirene e dispositivi sonori di allarme,
  • porte blindate certificate,
  • inferriate robuste,
  • finestre antieffrazione con vetri antisfondamento,
  • tapparelle metalliche dotate di sistemi anti-sollevamento,
  • videocitofoni intelligenti con funzione di registrazione accessi.

La detrazione spetta a chi effettua la spesa, indipendentemente dalla titolarità dell’immobile. Possono quindi beneficiare anche:

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  • proprietari e nudi proprietari,
  • usufruttuari,
  • inquilini che sostengono la spesa per migliorare la sicurezza,
  • comodatari,
  • conviventi e familiari residenti stabilmente nell’immobile.

Per usufruire del Bonus Sicurezza non è necessario presentare una domanda preventiva o compilare un portale specifico. L’agevolazione si ottiene tramite la dichiarazione dei redditi, purché siano rispettati i requisiti formali e conservata una documentazione completa e corretta.

Il pagamento deve avvenire tramite bonifico parlante, un bonifico specifico che indichi:

  • la causale riferita all’art. 16-bis del DPR 917/1986,
  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione,
  • la partita IVA o il codice fiscale dell’impresa che realizza l’intervento,
  • gli estremi della fattura.

Le fatture devono essere dettagliate, con descrizione precisa dei lavori, data e dati completi dell’intestatario. È fondamentale conservare anche ricevute e dichiarazioni di conformità rilasciate dall’azienda installatrice.

Il Bonus Sicurezza è strettamente collegato al più ampio Bonus Ristrutturazione 2026, che conferma la detrazione al 50% per interventi di ristrutturazione edilizia, inclusa l’installazione di sistemi di allarme e videosorveglianza. Tuttavia, la Manovra 2026 introduce importanti novità:

  • Per i contribuenti con redditi complessivi superiori a 75.000 euro annui, la detrazione può essere ridotta in base al numero di figli a carico.
  • Per redditi superiori a 200.000 euro, sono previste ulteriori limitazioni.
  • È stata abolita la possibilità di usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito per questi interventi, pertanto il pagamento deve essere effettuato direttamente dal beneficiario.

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