Cronaca

Come agiva la banda dei bancomat e le indagini che hanno portato all’arresto

come agiva la banda dei bancomat e le indagini che hanno portato all'arresto

Banda dei bancomat


Il 16 ottobre 2025, i militari del Nucleo Investigativo e della Sezione Operativa della Compagnia di Sondrio, coadiuvati in fase esecutiva da quelli delle Compagnie Carabinieri di Brescia, Lodi, San Donato Milanese e Canelli, con l’impiego del Pronto Intervento del Comando Provinciale dei Carabinieri di Brescia. nonché dei Nuclei Cinofili di Orio a1 Serio e della Compagnia Carabinieri Aeronautica Militare di Milano e del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Orio al Serio, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Sondrio su richiesta della locale Procura, nei confronti di sei soggetti stranieri.

Cinque di loro sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti commessi in danno di postazioni ATM mediante l’utilizzo di esplosivo, con il concorso di un sesto indagato non appartenente all’associazione in danno di grandi ditte commerciali (come OVS. LIDL e MD) e di aziende del settore dei trasporti e edile.

Per cinque degli indagati è stata applicata la custodia cautelare in carcere, per uno gli arresti domiciliari.

Le indagini sono iniziate a seguito del furto della postazione bancomat della banca Crédite Agricole del comune di Albosaggia, avvenuto la notte del 15 dicembre 2024, realizzato mediante l’inserimento di un manufatto artigianale nel distributore delle banconote in modo da scardinare lo sportello con la detonazione e consentire di raggiungere i contanti contenuti all’interno (c.d. marmotta).

Gli autori del reato, poi identificati in alcuni degli indagati, hanno agito travisati e, dopo aver danneggiato i pali dell’illuminazione pubblica presenti lungo la via Porto, oscurando l’intera zona, e annerito con vernice scura le telecamere di un adiacente esercizio commerciale, hanno fatto esplodere il bancomat, grazie all’impulso elettrico derivato dal contatto di una batteria rubata da un’auto parcheggiata nelle vicinanze, riuscendo a impossessarsi di oltre 18.000 euro in contanti, con la totale distruzione dell’ATM.

I primi accertamenti hanno portato all’individuazione delle vetture utilizzate degli autori del reato, provenienti dall’hinterland bresciano, milanese e lodigiano, per recarsi sul luogo del furto e raccogliere ulteriori spunti investigativi.

Le complesse indagini dirette dalla Procura della Repubblica e svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Sezione Operativa, consistite in servizi di osservazione, controllo e pedinamento e attività tecniche di intercettazione telefonica e ambientale, oltre alla analisi dei tabulati telefonici, hanno portato ad accertare l’esistenza di una struttura criminosa organizzata, avente base nel bresciano, con articolata suddivisione interna dei compiti, finalizzata alla commissione di furti, anche con l’uso di esplosivo.

Come agiva la banda

Il metodo utilizzato dall’associazione, sempre alla ricerca di nuovi strumenti da utilizzare come c.d. jammer (inibitori di frequenza in grado di neutralizzare qualsiasi tipo di allarme collegato con le Forse di Polizia) e ricetrasmittenti per limitare l’uso del telefono — era consolidato e caratterizzato dall’utilizzo di un’autovettura di basso profilo, per non attirare l’attenzione delle Forze dell’Ordine; dall’effettuazione di numerosi sopralluoghi, sia da remoto mediate l’utilizzo di applicazioni informatiche come “Google Maps/Street View”, sia di persona, anche molti giorni prima dei furti, al fine di individuare gli obiettivi, verificare le vie di fuga, la presenza di telecamere e, in generale, per pianificare l’azione; dall’interruzione dell’illuminazione pubblica e l’oscuramento delle telecamere dei sistemi di video sorveglianza con la vernice spray, nel caso dei furti con l’esplosivo agli sportelli bancomat.

Dopo il primo furto ad Albosaggia, ne sono stati commessi diversi altri, alcuni consumati, altri tentati, ad un altro sportello bancomat nel bresciano, nonché ai danni di grandi esercizi commerciali dove, in un caso, ad esempio, gli indagati sono riusciti ad impossessarsi di 70.000 euro custoditi in una cassaforte.

Vi sono stati anche furti di attrezzature da lavoro e materiale edile per un valore di circa 30.000 euro. destinato ad essere rivenduto, e di gasolio (circa 350 litri), destinato ad alimentare l’auto utilizzata per commettere i furti.

In occasione dell’esecuzione della misura cautelare sono stati eseguiti anche decreti di perquisizione nei confronti di tutti gli indagati, nonché di un terzo con il quale gli indagati avevano avuto contatti.

Sono stati rinvenuti, tra l’altro. 4.000 euro in contanti; borsoni contenenti ricetrasmittenti; cellulari, alcuni dei quali contenuti in buste in grado di schermare il segnale; attrezzi atti allo scasso (ad esempio, demolitori e smerigliatrici) e un disturbatore di frequenze.

Gli indagati destinatari della custodia cautelare in carcere sono stati tradotti presso le case circondariali di Brescia. Alessandria e Milano.

Ricevi le news con WhatsApp

Change privacy settings
×