24 Aprile 2024 08:25

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Valtellina Turismo Mobile intervista il Presidente della Provincia Massimo Sertori

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Massimo SertoriDi solito quando si intervista il Presidente della Provincia (o un politico locale importante) si dovrebbe tenere una certa impostazione, uno stile il più distaccato possibile. Però a volte dietro il finto “Lei” che si legge nelle interviste si omette il rapporto che esiste tra i due interlocutori, e per mia esperienza non sempre è corretto farlo, soprattutto quando non si ha niente da nascondere. Nel mio caso conosco Massimo Sertori da tanti anni e quindi, come si fa con gli amici in una piccola comunità come quella valtellinese, userò il “Tu”, visto che questa intervista non nasconde nessun fine politico, ma è un ulteriore contributo che voglio fornire ai lettori sul futuro del turismo in Valtellina e Valchiavenna.
Massimo Sertori, 46 anni, di Ponte in Valtellina e “Pontasco Doc”, sposato, due figlie Veronica e Giorgia, di 13 e 17 anni. Sportivo da sempre, ha praticato lo sci fino alla maggiore età e poi il basket, il suo sport preferito. Impegnato da anni nell’amministrazione comunale del suo paese è Presidente della Provincia in carica.
Che tipo di turista sei nella tua valle?
Amo fare delle lunghe passeggiate verso i rifugi alpini, in particolare della Valmalenco e dell’Alta Valtellina, in genere sopra i 2.000 metri, anche con la famiglia. Mi piace portare le mie figlie sulle nostre montagne.
Valtellina Turismo Mobile non si occupa di politica, però una domanda su cosa diventa la Provincia dopo la riforma tanto discussa te la devo fare.
Nello sostanza lo Stato chiude i rubinetti e ci chiede sempre di più sui tributi provinciali. La richiesta fa da contraltare ad una situazione della finanza locale che va nella direzione del dissesto finanziario. Ciò nonostante l’amministrazione centrale taglia i fondi alle Province.
Il personale della Provincia resterà in carico alla collettività, ma il presidente sarà probabilmente un sindaco scelto dai sindaci che lavorerà gratuitamente. Alla fine, tagliando, ogni budget l’Amministrazione Provinciale diventerà una burocrazia in mano ai burocrati e senza guida politica.
Questo avrà anche ripercussioni turistiche secondo te?
Io penso che il pubblico deve creare le migliori condizioni per lo sviluppo del territorio e il turismo in Valtellina e Valchiavenna rientra in questo ambito. La nostra terra ha vocazione turistica, ma dato che temo che i nostri numerosi ospiti non raggiungano le nostre valli perché siamo simpatici, ma per quello che possiamo offrire grazie a madre natura, se perdiamo la possibilità di intervenire in questo senso non può essere una bella notizia per il turismo.
Senza la Provincia manca l’interlocutore politico forte che può battersi sui tavoli regionali e nazionali dove si discutono le decisioni decisive per il nostro futuro. I fondi arrivano grazie ad un ente che rappresenta il territorio, che crea condizioni favorevoli, che fa sintesi, che decide per le tante località che altrimenti rischiano di litigare all’infinito.
Ti riferisci alla manutenzione o alla salvaguardia del territorio?
Entrambi, purtroppo in passato siamo stati abili a rovinare in parte il nostro primo valore assoluto, cioè l’ambiente, ora è più che mai necessario essere attivi su questo fronte. Il pubblico deve avere coscienza delle ricorse ambientali. Per lo sviluppo sostenibile è fondamentale il Piano di coordinamento territoriale che abbiamo recentemente approvato e che ha individuato aree agricole a vincolo strategico.
In cosa abbiamo sbagliato localmente secondo te?
Abbiamo sfruttato poco questo valore assoluto concentrandoci troppo sullo sci e con iniziative troppo spesso individuali e non condivise, ma possiamo offrire molto di più, penso al mondo del bike, alla sentieristica e all’enogastronomia.
Per la salvaguardia ambientale io penso che c’erano posti e luoghi migliori dove costruire capannoni e seconde case, alla cui costruzione non sono contrario in via di principio.
Parlando con gli operatori turistici la prima nota dolente che mi citano è sempre la viabilità. Pensi anche tu che la Valtellina sia prima di tutto la montagna di Milano e della Lombardia e le strade siano il principale fattore negativo che ne blocca lo sviluppo?
Certo, i flussi del turismo di prossimità sono decisivi. Lo sbocco su Milano per noi è anche sul resto del mondo, anche se l’Alta Valle ha un collegamento con il Nord Europa. Però torniamo al discorso di prima, se si vuole anche solo pensare di creare una nuova finestra viabilistica per l’Europa serve la Provincia.
Con il nuovo tratto della Statale 38 si è risolto un problema, ma l’attraversamento di Morbegno sta ancora incidendo troppo sui flussi turistici. Puoi darci qualche notizia e tempistica sulla tangenziale?
Per superare Morbegno sono stati appaltati 280 milioni di euro e approvato il progetto esecutivo. Entro tre mesi dovrebbero partire i lavori che dovrebbero terminare entro il 2017, dopo di che si entrerà in galleria a Lecco e si uscirà dalle due corsie solo dopo il Ponte del Tartano. Per il nostro turismo dobbiamo avvicinare la Valtellina a Milano ed alla Lombardia, anche questo intervento va in questa direzione.

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