Nella vasta gamma di borghi alpini e contrade montane che punteggiano la Lombardia, pochi luoghi suscitano la curiosità come Scilironi, piccolo agglomerato della Valmalenco che, durante il periodo natalizio, si veste di luce e magia al punto da essere chiamato il “paese‑presepe”. Le sue case in pietra disposte su pendii ripidi, le strette gradinate scolpite nella roccia, la solitudine invernale e l’illuminazione natalizia creano uno spettacolo unico che coniuga natura, memoria e spiritualità.
Storia e origini della contrada Scilironi
Scilironi non è un comune autonomo, bensì una contrada del comune di Spriana, in Valmalenco, situata a un’altitudine media di circa 600 metri.
La contrada è sempre stata legata alla famiglia Scilironi: già alla fine del XVIII secolo, l’abitato era popolato da una trentina di individui con quel cognome, divisi in una decina di nuclei familiari, pur senza relazioni dirette di parentela tra loro.
Pur priva di chiesa, cimitero o altri edifici civili propri, la contrada ha sempre mantenuto una forte identità legata al paesaggio rurale e montano.
Nel corso del XX secolo, come molti borghi di montagna in Italia, Scilironi ha subìto un progressivo spopolamento: negli anni ’60 e oltre molti abitanti scelsero di trasferirsi verso fondovalle o centri maggiori in cerca di migliori servizi e opportunità.
A causa di questo abbandono, molte case furono lasciate in stato di incuria. Tuttavia, l’idea di mantenere viva la memoria del borgo e di restituirgli almeno una parvenza di vita ha portato all’ideazione del “paese-presepe”.
La conformazione del borgo: pietra, pendenza e gradinate
Uno degli elementi più suggestivi di Scilironi è la sua conformazione architettonica: le abitazioni sono costruite quasi a sbalzo, su pendii, collegate da gradinate ripide, scavate nella roccia o pietra locale, che servono come “vie” per collegare i vari fabbricati.
Le case, in molti casi, raggiungono fino a tre piani, e alcune sono costruite con pietra locale, legno e materiali tradizionali, integrandosi armoniosamente con l’ambiente.
La mancanza di strade praticabili interne — o di vie tra le case adatte al traffico veicolare — accentua l’idea del borgo arroccato e remoto.
In inverno, quando la neve, il gelo e l’oscurità rendono il panorama più austero, l’illuminazione natalizia delle abitazioni crea un effetto visivo che ricorda un presepe sospeso lungo il pendio del monte: le luci silenziose che spuntano tra pietra e ombra.
È proprio questa caratteristica che ha dato a Scilironi l’eco di “borgo-presepe” nelle guide, nei blog turistici e nei reportage invernali.
Il “paese‑presepe”: allestimenti, luci e presepe interno
Luci natalizie e atmosfera suggestiva
La trasformazione più evidente di Scilironi nel periodo natalizio è data dalle luci poste sui profili delle case, che delineano i contorni dei fabbricati e rendono visibile il Borgo anche dal fondovalle. Questa illuminazione minimale, ma ben calibrata, crea l’illusione di un presepe tridimensionale che spicca nel buio della montagna.
Questo effetto risulta ancora più d’impatto quando le case sono tutte addobbate: il contrasto tra le pietre scure e le luci fioche amplifica il senso di intimità e meraviglia.
Presepe in casa antica
Non solo illuminazione esterna: in una delle case della contrada — una dimora antica, un tempo in rovina, recuperata nel 2020 — è stato allestito un presepe tradizionale. È interessante notare che la casa poggia su un masso che è parte integrante dell’edificio stesso: un elemento architettonico che aggiunge fascino e unicità all’installazione.
Il presepe interno occupa tre locali contigui dell’abitazione, accostando scene della Natività, figurine, ambientazioni tipiche montane e scorci architettonici locali.
Questo “presepe incastonato” nella pietra e nella memoria del borgo diventa un microcosmo emozionale: visitatori che si addentrano nei locali si trovano immersi in una sorta di teatro sacro in miniatura.
Teatro più piccolo del mondo
Un’espressione ricorrente usata nei racconti locali e nei media è che Scilironi custodisce il “teatro più piccolo del mondo”. Questo perché uno degli spazi recuperati del borgo è stato destinato a brevi performance, piccole rappresentazioni teatrali o eventi intimi, rivolti a pochi spettatori alla volta.
Questo approccio rientra nella filosofia di “arte minima” e “luoghi minimi”: piccoli spazi con forte carica simbolica, più che spettacolari palcoscenici di massa.
Rinascita culturale, turismo e valorizzazione
L’idea del “paese-presepe” non è solo un’operazione estetica stagionale, ma un tentativo di ridare vitalità simbolica a un borgo destinato all’oblio. Anziché demolire o lasciar cadere le strutture, si è scelto di farle parlare di sé attraverso la luce, l’arte e il sacro.
Ogni anno, nei mesi invernali, la contrada attira visitatori, appassionati di borghi, fotografi e chi cerca esperienze fuori dal turismo convenzionale.
È un turismo di nicchia: silenzioso, contemplativo, che valorizza il paesaggio e la memoria più che il confort.
Alcuni strutturisti e associazioni locali promuovono passeggiate, visite guidate e momenti artistici nell’edificio recuperato (il “teatrino”) per offrire un’esperienza immersiva del borgo.
Un aspetto cruciale è il recupero edilizio rispettoso: l’obiettivo non è restaurare in chiave moderna, ma lasciare che il borgo mantenga le sue tracce del tempo, le pietre consumate, le superfici ruvide, le storie latenti. In questo modo il presepe non appare come una scenografia forzata, ma come un’estensione naturale del luogo stesso.
Come raggiungere Scilironi e consigli per visitarlo
Dove si trova
Scilironi si trova in Valmalenco, nel territorio comunale di Spriana, nelle Alpi lombarde.
Lungo la strada provinciale che risale la Valmalenco da Sondrio, Scilironi è già visibile sul pendio, alla destra del torrente Mallero.
Percorso e accesso
Per chi arriva in auto, si può parcheggiare nei fondovalle oppure in località vicine e poi procedere a piedi verso il borgo. Alcuni percorsi di trekking interni, con gradini e scalinate nei boschi, portano all’abitato: si conta che siano oltre 2.800 gradini fra boschi e salite per chi percorre determinati tratti.
L’“ultima spola” è a piedi, preferibilmente nelle ore con luce, perché il percorso può essere ripido e scivoloso in inverno.
Periodo migliore
Il momento più suggestivo per visitare Scilironi è tra dicembre e gennaio, in concomitanza con le festività natalizie, quando le luci del presepe esterno sono attive e il presepe interno è visitabile.
È importante verificare in anticipo gli orari di apertura del presepe interno e degli eventuali eventi nel teatro del borgo.
Cosa portare
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Scarpe robuste e suola antiscivolo
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Abbigliamento caldo (vento, neve, freddo)
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Torcia elettrica (alcuni angoli possono essere poco illuminati)
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Fotocamera o smartphone per immortalare gli scorci
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Disponibilità a camminare e salire gradini
Significato e riflessioni sulla memoria dei borghi
Scilironi è un esempio emblematico di come luoghi marginali possano trovare una nuova vita simbolica: il presepe, la luce, il recupero della memoria materiale diventano strumenti di resistenza culturale contro l’oblio.
Non è tanto un ritorno demografico quanto una resurrezione simbolica: anche se poche persone vivono stabilmente nel borgo, la comunità – estesa, emotiva – ribadisce che quegli spazi contano ancora.
Il “paese-presepe” valorizza la bellezza della decadenza, l’autenticità dell’imperfetto, il dialogo tra tempo e pietra. È un invito a fermarsi, camminare piano, ascoltare il silenzio delle luci, guardare le ombre, capire che un borgo non è solo un luogo abitato, ma anche un luogo vissuto, ricordato, immaginato.
In un’Italia dove molti piccoli paesi si spopolano, iniziative come quella di Scilironi possono essere modelli per nuove forme di turismo sostenibile, artistico e tematico, che non stravolge l’identità, ma la esalta.
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