Efficienza energetica e risparmio energetico tendono a procedere di pari passo, ma non sono concetti completamente interscambiabili. Questo perché il risparmio energetico solitamente si riferisce a quelle azioni mirate a limitare l’uso degli elettrodomestici o ridurre gli sprechi, allo scopo di ridurre il costo delle bollette.
Nel contesto del miglioramento dell’efficienza energetica domestica, invece, rientrano quelle azioni che puntano a ridurre i consumi mantenendo le stesse prestazioni, al fine di massimizzare il rapporto tra energia utilizzata ed emissioni.
Tra queste azioni, le più comuni sono: sostituire le lampadine tradizionali con quelle a LED; installare o sostituire climatizzatori con nuovi modelli altamente efficienti; installare pompe di calore, impianti fotovoltaici o pannelli solari termici per il riscaldamento dell’acqua; riqualificare energeticamente gli edifici per ottimizzarne l’isolamento termico; coibentare pareti o infissi; effettuare la manutenzione della caldaia e sostituirla con dispositivi più efficienti.
Tutte queste misure fanno parte del concetto di efficienza energetica e permettono di ottenere una diminuzione dei consumi energetici mantenendo gli stessi risultati. Questo è il motivo per cui parliamo di efficienza energetica, ovvero l’abilità di sfruttare l’energia disponibile nel modo più efficace possibile. L’efficienza energetica di una struttura è generalmente indicata attraverso classi energetiche, che forniscono un parametro sul livello di efficienza di una specifica abitazione.
Naturalmente, di conseguenza vi è una riduzione delle spese energetiche: ad esempio, utilizzando un impianto fotovoltaico, si può arrivare a risparmiare fino al 90% del totale dei consumi energetici in bolletta.
Grazie a tecnologie di efficienza energetica sempre più avanzate e l’uso di risorse rinnovabili, si può effettivamente diminuire la spesa energetica che utilizziamo quotidianamente per coprire le nostre esigenze.