L’isolamento termico attraverso il cappotto termico si conferma una delle soluzioni più efficaci per migliorare l’efficienza energetica.
In alcune circostanze, questo sistema può essere associato all’insorgenza di muffa all’interno delle abitazioni, creando un dibattito acceso tra esperti e utenti. Facciamo chiarezza sulle cause, i rischi e le corrette pratiche per evitare problemi legati all’umidità.
Il cappotto termico consiste nell’applicazione di pannelli isolanti sulle pareti esterne degli edifici, con lo scopo di ridurre le dispersioni di calore e mantenere temperature interne più stabili. Grazie a questa tecnica, si evitano i cosiddetti ponti termici, ovvero quei punti in cui l’aria calda interna si scontra con superfici fredde, favorendo la formazione di condensa e, di conseguenza, di muffa.
In questo senso, il cappotto rappresenta un valido alleato contro l’umidità, poiché mantiene le pareti più calde e asciutte, contrastando l’insorgere di condizioni favorevoli alla proliferazione fungina. Inoltre, i sistemi più moderni, come quelli proposti da aziende leader nel settore come Knauf, utilizzano materiali isolanti ad alte prestazioni (EPS bianco, EPS grigio, lana minerale) che migliorano non solo l’efficienza termica ma anche la traspirabilità delle pareti, contribuendo a prevenire la formazione di muffe e condensa.
Quando il cappotto termico può favorire la formazione di muffa
Nonostante i vantaggi, il cappotto termico può in alcuni casi contribuire alla comparsa di muffa, in particolare se la sua installazione non è stata eseguita a regola d’arte o se non si presta attenzione ad alcuni dettagli fondamentali. Ecco le principali cause:
- Installazione errata: Se i pannelli isolanti non sono applicati in modo uniforme o presentano lacune, l’umidità può infiltrarsi e rimanere intrappolata tra il muro e l’isolante, creando un ambiente umido ideale per la muffa.
- Materiali di bassa qualità: L’impiego di isolanti scadenti o non conformi alle normative può compromettere la capacità di isolamento e favorire la condensazione.
- Ventilazione insufficiente: Un sistema di ventilazione inadeguato impedisce la corretta circolazione dell’aria e l’espulsione dell’umidità interna. Senza una ventilazione naturale o meccanica efficace, l’umidità si accumula e genera muffa, soprattutto nelle zone meno arieggiate come dietro armadi o mobili.
- Errori progettuali: La mancata installazione di barriere al vapore o di sistemi di drenaggio nelle pareti può facilitare la formazione di condensa e infiltrazioni d’acqua.
Inoltre, è importante sottolineare che in alcuni casi la muffa può essere causata da fattori esterni al cappotto, quali serramenti datati, perdite di tubature o infiltrazioni dal tetto. Pertanto, una diagnosi accurata è fondamentale per individuare la vera origine del problema.

Segnali di allarme e strategie di intervento (valtellinamobile.it)
La presenza della muffa in casa si manifesta con diversi segnali, tra cui:
- Odore persistente di umidità e muffa
- Macchie scure o verdastre su pareti, soffitti o pavimenti
- Problemi respiratori come allergie o asma, soprattutto in soggetti sensibili
Per intervenire efficacemente, è necessario:
- Individuare la fonte dell’umidità, verificando infiltrazioni, perdite o carenze nella ventilazione.
- Riparare i danni strutturali, migliorando l’isolamento e installando sistemi di ventilazione adeguati.
- Pulire e disinfettare le superfici contaminate, utilizzando prodotti specifici e sicuri per la salute come il Pulisci Muffa di Di Maria, che grazie al cloro attivo elimina efficacemente funghi e muffe sia in ambienti interni che esterni.
- Monitorare e regolare il tasso di umidità interna, impiegando igrometri e, se necessario, apparecchi deumidificatori come i Mangiaumidità Air Max, utili per mantenere l’umidità tra il 40% e il 55%, livelli ottimali per prevenire la formazione di muffa.
Prevenzione: manutenzione e scelta dei materiali
Per evitare la formazione di muffa dopo l’installazione di un cappotto termico, è fondamentale:
- Affidarsi a professionisti qualificati per la progettazione e la posa dell’isolamento, garantendo l’assenza di ponti termici e la corretta applicazione di barriere al vapore.
- Scegliere materiali isolanti di alta qualità, certificati e conformi alle normative europee, come indicato dalla Direttiva ETA.
- Effettuare controlli periodici sul cappotto termico per verificare la tenuta e l’integrità del sistema isolante.
- Assicurare una corretta ventilazione degli ambienti, sia naturale che meccanica, per consentire il ricambio d’aria e prevenire l’accumulo di umidità.
- Gestire attentamente l’umidità interna, specialmente in ambienti ad alto tasso di umidità come cucine e bagni, utilizzando sistemi dedicati per il controllo dell’umidità.
È importante ricordare che il cappotto termico non è di per sé causa della muffa, ma piuttosto uno strumento che, se utilizzato correttamente, contribuisce a eliminare le condizioni che la favoriscono. La comparsa di muffa è quasi sempre il risultato di una combinazione di fattori, tra cui l’umidità eccessiva, la scarsa ventilazione e difetti costruttivi o di manutenzione.

Il ruolo del cappotto termico nell’efficienza energetica e la prevenzione della muffa (valtellinamobile.it) 











