La quantità di neve che cade è sempre meno. Le Alpi, un tempo una distesa interminabile di bianco, oggi soffrono sempre di più l’assenza di manto nevosa.
Tra il XV e il XX secolo, lo strato nevoso è rimasto pressoché costante; poi qualcosa è cambiato e gli scienziati hanno intensificato gli studi sulla neve negli ultimi decenni per comprendere meglio l’evoluzione. Per tracciare una storia precedente, i ricercatori si sono rivolti a uno strumento affidabile: i ginepri.
Ginepri in Val Ventina
Il ginepro cresce orizzontalmente vicino al suolo, permettendo agli anelli dei suoi rami di registrare la presenza della neve. Analizzando i ginepri della Val Ventina, in Valtellina, e confrontando i dati con le informazioni meteorologiche locali, gli scienziati hanno determinato che la durata media della copertura nevosa è diminuita di 36 giorni dal XV secolo. In un contesto secolare, è un cambiamento significativo.
Non c’è dubbio: i cambiamenti climatici sembrano essere il motore principale di questa diminuzione. Sebbene la quantità di neve vari da anno a anno, il trend a lungo termine è fortemente correlato alle temperature medie, suggerendo un ruolo predominante del riscaldamento globale.
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Nevica sempre di meno
La mancanza di neve, a sua volta, contribuisce al riscaldamento, poiché il bianco riflette i raggi solari mentre il terreno scuro li assorbe: il suo ruolo principale è rilasciare acqua nei fiumi e formare i ghiacciai.
La diminuzione della neve crea problemi per le comunità legate agli sport invernali, e l’uso di neve artificiale solleva polemiche per il suo impatto ambientale. Alcune soluzioni proposte includono la diversificazione del turismo in montagna e l’utilizzo più sostenibile dei cannoni per la neve.