Scarpù Uècc, l’esposizione ideata da cinque appassionati.
Come tutte le attività sociali ed economiche che hanno raggiunto la maturità, l’industria del turismo invernale sente il bisogno, oltre che di immaginare il possibile futuro, di guardarsi indietro e ricordare il cammino ormai ultra-secolare compiuto.
In particolare, per iniziativa di un gruppo di appassionati, Aprica è una delle primissime stazioni sciistiche dell’arco alpino a rendere fruibili al pubblico i frutti di una tale ricerca storiografica.
Non senza il comprensibile compiacimento di essere stati protagonisti non secondari di tale storia e anche con una punta di nostalgia.
Aprica – non si può dimenticare – è stata la prima stazione lombarda ad ospitare la Coppa del mondo alla fine degli anni ’70.
Museo sci
Elio Negri (proprietario dei materiali), Angelo Negri, Nino D’Amico, Piero Moncecchi e Mauro Ciceri – questo il sodalizio informale che potremmo definire degli ski-attori – ognuno con diverse competenze e quindi diversi compiti, si sono dati da fare dalla fine del secolo scorso per la raccolta e la classificazione della copiosa mole di materiali ora disponibili.
L’esposizione è suddivisa in sezioni cronologiche.
SCI
1900/1930. Primi sci: solo legno, senza lamine. Attacchi: ganascia in ferro, cordine in cuoio o mollettoni.
1940/1950. Sci in legno: prime scritte case costruttrici, prime lamine con viti. Attacchi: ganascia o cordina metallica, chiusura anteriore.
1960. Sci in legno plastificati sopra e sotto. Attacchi a formaggino con cordina, primi attacchi a chiusura posteriore.
1970. Primi sci in metallo e plastica, prime lamine senza viti, prime solette bianche o nere in Cofix. Attacchi in metallo a chiusura posteriore con cinturino di sicurezza in cuoio.
1980. Sci in metallo e plastica, solette in grafite. Primi attacchi in metallo e plastica con primo ski stopper.
1990. Primi sci in monoscocca lievemente sciancrati. Attacchi in metallo e plastica, prime piastre (o spessori).
2000. Carving più corto e più sciancrato: rivoluzione dello sci. Attacchi piastrati e più sicuri.
SCARPONI
1900/1940: in cuoio con lacci.
1940/1950: in cuoio con primi ganci.
1960/1970: primi in plastica.
1980: con gancio posteriore.
Tra le centinaia di pezzi che i cinque amici hanno raccolto, custodiscono e sono ben lieti di illustrare nei particolari ai visitatori, ve ne sono alcuni rari o di notevole interesse, anche locale. Tra i primi, almeno il pezzo unico di sci ripiegabile da zaino datato fine 1800, lo sci senza puntale Altenhofer, un paio di sci marcati Sertorelli con i cinque cerchi olimpici, quelli marcati Ferrari e Lamborghini, gli sci dei ragazzi creati da Rolly Marchi, lo scarpone-sci, il completo sci-scarponi fatto con doghe di botti, l’attacco con aggancio automatico, gli sci donati dall’ex preparatore (aprichese) della valanga azzurra Luciano Panatti.
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Tra i secondi, un paio di sci freestyle donati da Piero Troncatti, quelli da discesa libera anni ’30 donati da Martino Martinotta (di Moro), quelli anni ’50 appartenuti a Don Augusto Azzalini, quelli di Claudio Clio Plona per il suo km lanciato a 178,80 orari, quelli di salto di Aldo Negri e del figlio Claudio apripista ai Campionati nazionali di DL del 1973 disputati all’Aprica, un paio di quelli portati dal Gruppo Alpini alle sfilate nazionali, quelli dei Valligiani di fondo e/o della Marcialonga appartenuti a Guido Carozzi, Arnaldo Negri, Nino Plona, Dino e Gianfranco Corvi (la squadra di fondo al completo comprendeva anche Giulio Moraschini, Alessandro Negri, Gianfranbco Carozzi, Giancarlo e Massimo Corvi). Ma ne dimentichiamo senz’altro più d’uno.
Alle pareti anche alcune foto, articoli di giornale e manifesti della Coppa Europa 1975 ad Aprica, disegnati da Amadio Bianchi, e dei Mondiali in Valtellina 1985.
Scarpù Uècc – Mostra storica dello sci e suoi dintorni
Corso Roma 22 Aprica, presso condominio “Cà di sciuri”.
Visite su prenotazione al numero 320 4925609