Fritz Nallinger
Agli appassionati del marchio di autovetture con la famosa stella è certamente noto il nome e la figura dell’ingegner Fritz Nallinger.
Nallinger, classe 1898, ha passato tutta la sua vita lavorativa presso il gruppo Daimler-Benz di Stoccarda/Germania ed era ingegnere capo fino al suo pensionamento nel 1965.
Sotto la sua guida furono costruiti e perfezionati modelli che hanno fatto storia, in primis le vetture di classe della serie “S”, ma soprattutto modelli sportivi come la 300 SL (ala di gabbiano), la 190 SL e le 230/250/280 SL note come “pagode”.
Il professore, come fu chiamato rispettosamente dai suoi collaboratori, seguì personalmente molte prove su strada e quindi non è un caso che lui e il suo team abbiano soggiornato più volte a Solda all’Ortles negli anni ’50/’60 per effettuare test drive dettagliati sui 48 tornanti del Passo dello Stelvio.
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Nallinger era particolarmente affezionato per legami di parentela al famoso Albergo Posta del luogo, in cui gli ingegneri collaudatori di Daimler-Benz amavano soggiornare anno per anno nelle prime settimane di giugno, non appena fosse riaperta la strada al Passo dal versante altoatesino.
IL PASSO STELVIO IN INVERNO: UN PARADISO DI NEVE PER GLI AVVENTURIERI
I dipendenti dell’albergo si ricordarono ancora per anni dell’odore intenso di benzina, olio, liquido del radiatore, dell’odore piacevole delle finiture interne in pelle, che emanarono i prototipi camuffati, parcheggiati nel garage dell’hotel.
Test sullo Stelvio
Molti ricordi si risvegliano, non ultimi quelli delle prime foto ufficiali di fabbrica di una Mercedes-Benz 220 S Heckflosse (W110 – coda lunga) nera, che è stata trasformata durante la notte nel garage da una brutta macchina mimetizzata in un veicolo di lusso con livrea lucidata alla perfezione. Le riprese, di seguito pubblicate sulla stampa internazionale, sono state scattate al Passo dello Stelvio e sulla strada per il Passo Resia con il re Ortles sullo sfondo.
La colonna di macchine camuffate salì più volte al giorno per la strada bianca al Passo, lasciando dietro di se una lunga coda di polvere. In salita furono eseguite le prove di surriscaldamento dei motori, durante la discesa invece il comportamento dei freni.
Il tutto si svolgeva sotto l’occhio vigile di un personaggio allora noto a tutti i turisti, gitanti, commercianti e professionisti che frequentarono il Passo: il portiere dell’Albergo “Passo dello Stelvio” di nome Daniel Pinggera.
Franz Angerer