Mercato lavoro Sondrio
Pubblicato da parte dell’Amministrazione Provinciale di Sondrio il bollettino 2° semestre 2023 dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro che analizza gli andamenti e i fenomeni del mercato del lavoro attraverso le rilevazioni di dati, lo studio di documenti, le analisi di indicatori provinciali.
Presentati i dati dell’Osservatorio provinciale del Lavoro. I dati, per la diversa modalità di raccolta, si differenziano da quelli rilevati da Istat o da altri enti o istituti di ricerca.
Nel 2023 gli avviamenti in provincia di Sondrio sono stati 36.907, in linea con quelli del 2022.
Rispetto all’anno precedente, invece, sono diminuite del 2,6% le cessazioni.
Le dinamiche tra avviamenti e cessazioni, dunque, hanno determinato un notevole miglioramento delle unità di saldo, che da -138 del 2022 sono passate a +827 nel 2023.
All’origine di questo incremento vi sono:
la forte crescita delle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato che, nel 2023, sono state il 9,9% in più rispetto all’anno precedente (+232 unità)
l’ingente domanda di forza lavoro da parte del sistema produttivo provinciale, che ha mantenuto, nel 2023, l’elevato numero di avviamenti già registrato nell’anno precedente
Dai dati sulle comunicazioni obbligatorie, emerge un altro dato interessante ovvero che, fra il 2022 e il 2023, il numero di avviati, domiciliati in provincia, diminuisce del -1,9% (-523 unità), mentre aumenta, quasi in egual misura, il numero di avviamenti riconducibili a coloro che hanno un domicilio fuori dai confini provinciali (si tratta di +515 unità). Al contempo, tra il 2022 e il 2023, a fronte di una diminuzione degli avviamenti dei lavoratori italiani del – 0,8% (pari a -225 unità), si assiste ad un incremento dei lavoratori stranieri, in valore assoluto, di analoga entità (+2,4%, pari a +215 unità).
In tal senso i numeri sembrano suggerire l’esistenza di un “processo di sostituzione” che sta determinando un parziale ma progressivo scambio della forza lavoro locale con quella proveniente da altri territori e da altre nazioni.
I valtellinesi e valchiavennaschi escono dal mercato del lavoro in parte per sopraggiunti limiti di età e, in parte, perché attratti dalle opportunità lavorative nel vicinissimo territorio elvetico.
Coloro che, invece, provengono da fuori provincia sembrano essere ben disposti verso l’offerta lavorativa locale, specie se accompagnata da opportunità di stabilizzazione del posto di lavoro che – fra il 2022 e il 2023 – sono diventate più frequenti.
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Mercato del lavoro in provincia di Sondrio
Dati per comparto
Per quanto riguarda l’agricoltura il saldo fra avviamenti e cessazioni può considerarsi in pareggio, questo in virtù dell’estrema stagionalità che caratterizza il settore. Nel settore dell’agricoltura si evidenzia la predominanza di figure con competenze di livello medio-basso (il 52,7% degli ingressi riguarda infatti la figura del bracciante agricolo).
Nel commercio si registra un incremento di +176 avviamenti. I posti di lavoro creati, dunque, dimostrano un a capacità di sopravvivenza maggiore rispetto a quella di altro macro settori. Anche in questo comparto le competenze dei lavoratori più assunti risultano generalmente basse. I commessi delle vendite al minuto rappresentano la figura predominante (55,9%), seguiti a lunga distanza dagli addetti alla gestione dei magazzini e altre professioni (6,4%).
Nelle costruzioni + 94 avviamenti. L’edilizia quindi continua a crescere. In questo comparto prevalgono ruoli legati alle attività edili in senso stretto (manovali, muratori) o all’impiantistica (elettricisti, idraulici e installatori). Compiono tuttavia anche addetti agli affari generali e alcuni addetti al trasporto o alla conduzione di macchinari per il movimento a terra.
L’industria +141 avviamenti. In questo settore, a differenza degli altri, c’è una maggiore richiesta di lavoratori “cognitivi”, gli addetti agli affari generali, infatti, costituiscono poco meno della maggioranza dei nuovi ingressi.
Quello dei servizi è il comparto con il miglior saldo, + 420 avviamenti. C’è da sottolineare però come in questo comparto il turnover sia il più elevato. Nei servizi, le figure professionali legate al turismo e al tempo libero sono prevalenti: camerieri 16%, cuochi 8,5% e personale non qualificato nei servizi di ristorazione 6,1% rappresentano le assunzioni più frequenti.