Gallerie nel ghiaccio nel gruppo Ortles-Cevedale
Un capitolo della Guerra Bianca
Contesto storico e geografico
Durante la Prima Guerra Mondiale, il fronte alpino noto come Guerra Bianca si estese nei territori del Gruppo Ortles-Cevedale, tra Lombardia e Trentino-Alto Adige, caratterizzato da cime che superano i 3.500 m s.l.m., fino ai 3.905 m dell’Ortles, rendendo il teatro di guerra uno dei più estremi dell’intero conflitto.
La vasta area glacializzata dell’Ortles-Cevedale — con ghiacciai come quello dei Forni, ampissimi fino a pochi decenni fa — offrì un ambiente ideale per scavi strategici, capaci non solo di garantire riparo e logistica, ma anche di fornire dati di vitale importanza alla nascente scienza della glaciologia.
Scopi e natura delle gallerie
Le gallerie erano scavate nel ghiaccio per motivi tattici e logistici: servivano come ricoveri per le truppe, depositi protetti per materiali, e passaggi strategici al riparo del tiro nemico. Si tratta di autentiche “città di ghiaccio”, simili per funzione – ma non identiche per ubicazione – a quella realizzata sul ghiacciaio della Marmolada, dove furono scavati circa 10 km di tunnel, poi completamente scomparsi a causa del movimento glaciale.
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Le rilevazioni di Guido Bertarelli (1919–1923)
Nel dopoguerra, il capitano glaciologo Guido Bertarelli percorse quasi tutti i tunnel, anche quelli realizzati dalle forze austro-ungariche, delineando una straordinaria mappatura delle gallerie:
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Numero totale delle gallerie principali: 16
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Lunghezza complessiva: 11,4 km
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Quota minima: 2.940 m
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Quota massima: 3.857 m (Gran Zebrù), con un breve tratto fino a 3.902 m sulla vetta dell’Ortles
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Lunghezza massima di una singola galleria: 2.000 m (Colle delle Pale Rosse); altre due superavano i 1.000 m (Ghiacciaio Camosci e Trafojer)
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Sezione massima registrata: 3 m di larghezza e 2,5 m di altezza (Capanna Milano – Ghiacciaio dello Zebrù); nelle altre, la larghezza era generalmente inferiore all’altezza.
Questi dati non solo restituirono un quadro quantitativo sorprendente, ma rappresentarono – come sottolinea la ricerca – un punto di riferimento sperimentale per la glaciologia emergente.
Tecniche di scavo
Bertarelli osservò che gli scavi erano eseguiti da picconieri, con piccozze a manico corto, lavorando nel ghiaccio spesso sotto forte pressione dei fenomeni glaciali. In altri contesti (come la Marmolada), documentazioni indicano anche l’uso di esplosivi, onde accelerare lo scavo. Questi approcci “artigianali” riflettono l’arditezza delle operazioni svolte in condizioni estreme.
Conservazione e riscoperta attuale
Con il ritiro dei ghiacciai a causa del cambiamento climatico, molte strutture e reperti sono riaffiorati. Nel gruppo Ortles-Cevedale, in località come Punta Linke (3.629 m), sono stati portati alla luce tunnel e baracche scavate nella roccia e nel ghiaccio, trasformati in oggetto di archeologia glacial-militare, con progetti di recupero e musealizzazione. Il fenomeno simile sul ghiacciaio della Marmolada ha riportato alla luce l’antica “Città di Ghiaccio” austro-ungarica, testimoniando una memoria congelata che si disvela col disgelo.
Significato storico e scientifico
Le gallerie nel ghiaccio del fronte Ortles-Cevedale rappresentano un capitolo unico di guerra in alta montagna, vissuto in condizioni estreme. Esse combinarono aspetti militari, ingegneristici e scientifici: da un lato difesa e sopravvivenza, dall’altro un banco di prova involontario per osservazioni glaciologiche. La loro riscoperta oggi porta al giorno una memoria materiale e scientifica che altrimenti sarebbe rimasta sepolta sotto il ghiaccio.
Le gallerie nel ghiaccio nel gruppo Ortles-Cevedale figurano tra gli esempi più straordinari della Guerra Bianca: 16 tunnel, oltre 11 km complessivi, tra quasi 3.000 e quasi 4.000 m, alcune sezioni imponenti (fino a 3 m × 2,5 m) scavate con picconate e, in casi simili, con esplosivi. Il capitano Bertarelli ne fu straordinario testimoniante e glaciologo documentarista. Oggi, grazie al disgelo, queste reliquie di guerra si stanno rivelando come preziosi elementi di memoria, archeologia e studio scientifico.