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Incendio Work Safety, arresti domiciliari per il titolare del capannone bruciato

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Nella mattinata odierna i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Sondrio hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare (arresti domiciliari), emessa dal Tribunale di Sondrio su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti del titolare della ditta Work Safety di Castione Andevenno, ritenuto essere corresponsabile dell’incendio del capannone della propria ditta.

La sera del 16 settembre 2023 un incendio ha distrutto il magazzino della ditta World Safety di Castione Andevenno. Le indagini dei Carabinieri  sono iniziate sin dalla fase di spegnimento delle fiamme da parte dei vigili del fuoco, durata diverse ore, con l’acquisizione delle dichiarazioni di testimoni presenti che da subito hanno fatto propendere per l’origine dolosa del fatto, essendo stato visto in particolare un furgone bianco con due persone a bordo allontanarsi a forte velocità dal parcheggio esterno della ditta, poco prima che le fiamme iniziassero a divampare, segnalando inoltre di avere udito un’esplosione provenire dall’interno del capannone andato distrutto.

La visione dei filmati estrapolati dai sistemi di videosorveglianza presenti in zona ha permesso di risalire al furgone (Fiat Fiorino) noleggiato da una società di Milano, a cui gli occupanti avevano sostituito le targhe appena giunti in Valtellina con altre appositamente prelevate dalla macchina di un complice, anch’egli sottoposto a misura caute lare.

I due si sono poi diretti verso la ditta Work Safety di Castione Andevenno e lì hanno innescato dopo pochi minuti  l’incendio, per poi allontanarsi a forte velocità abbandonando le targhe in un terreno incolto a Berbenno di Valtellina. Le targhe sono state rinvenute dai Carabinieri e poste sotto sequestro, anche se il proprietario ne aveva nel frattempo denunciato falsamente il furto.

I Carabinieri, attraverso la visione di numerose immagini, hanno comparato il volto degli occupanti del Fiat Fiorino con le fotografie dei cartellini fotosegnaletici presenti nella banca dati delle Forze di Polizia, riuscendo a risalire alle generalità degli stessi: due cinquantunenni residenti a Milano, già denunciati in passato per vari reati e dipendenti della società che aveva preso a noleggio il furgone, che comunque è risultata estranea al fatto.

Nei confronti dei due, la Procura di Sondrio ha chiesto e ottenuto dal GIP una prima ordinanza di custodia cautelare in carcere. Questa misura ha interessato anche il proprietario dell’autovettura (di 40 anni e domiciliato a Milano) a cui erano state tolte le targhe utilizzate per mascherare il furgone a noleggio, in quanto sono stati acquisiti nei suoi confronti chiari elementi indicatori della sua complicità con gli autori materiali dell’incendio.

La prima ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita il 29 settembre 2023. Le indagini sono proseguite, anche grazie alle prime dichiarazioni dei tre arrestati e valorizzando il possibile movente. Grazie agli approfondimenti, è emerso che i due che avevano materialmente appiccato l’incendio avevano eseguito il delitto accettando la promessa di una somma di denaro da parte di un quarto soggetto, un sessantaduenne di Corsico che li aveva ingaggiati.

Nei confronti di quest’ultimo, la Procura di Sondrio ha richiesto ed ottenuto la misura della custodia in carcere, che è stata eseguita lo scorso 20 ottobre.
Le indagini sono proseguite ulteriormente, alla ricerca del portatore del movente del delitto, che è stato individuato anche grazie all’ampia collaborazione di quest’ultimo arrestato, le cui dichiarazioni ampiamente confessorie e collaborative hanno integrato in dettaglio numerosi altri elementi di prova significativi.
Le dichiarazioni di quest’ultimo e i numerosi elementi acquisiti, sia prima che dopo il suo interrogatorio, hanno consentito di confezionare un quadro probatorio solido, inducendo la Procura della Repubblica a chiedere e ottenere dal GIP un’ulteriore ordinanza custodiale, nei confronti dello stesso titolare della ditta proprietaria del capannone devastato dall’incendio e del suo contenuto.


Secondo gli elementi raccolti dalla Procura e ora a disposizione della difesa, costui avrebbe commissionato al sessantaduenne di Corsico l’incendio del proprio capannone, promettendogli una cospicua somma di denaro e una carica dirigenziale all’interno di una nuova società ancora da costituire. Il titolare della Work Safety avrebbe personalmente consegnato al sodale di Corsico metà della somma pattuita e le chiavi della ditta, con le quali i due esecutori materiali hanno avuto facile accesso al magazzino da incendiare. La ragione sottostante, il probabile movente del delitto, sarebbe costituito dallo scopo di ottenere l’importante indennizzo assicurativo connesso all’incendio, in base ad una polizza che il titolare della società Work Safety aveva stipulato.

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