Interrotti dopo 130 anni i rilevamenti frontali sul ghiacciaio del Ventina

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ghiacciaio del ventina


Ghiacciaio del Ventina: 15 agosto 1895 – 15 agosto 2025


Dopo 130 anni si esaurisce la serie storica di misure frontali tradizionali più longeva della Lombardia.

Il 15 agosto 1895 Luigi Marson, pioniere della glaciologia lombarda, posizionò il primo caposaldo di misura frontale al ghiacciaio del Ventina (Valmalenco-Lombardia).

Tale tecnica di misura, semplice ma efficace, prevede la misura con bindella metrica della distanza tra il limite inferiore del ghiacciaio e caposaldi fissi esterni al ghiacciaio, individuati di norma su massi di grandi dimensioni posti davanti alla fronte glaciale.

Le visite annuali con raccolta di immagini e misure sono state portate avanti per oltre un secolo da operatori prima del Comitato Glaciologico Italiano e poi dal Servizio Glaciologico Lombardo.

Il continuo arretramento della fronte, diventato eccezionale negli ultimi anni (la fronte si è ritirata di 431 m negli ultimi 10 anni, corrispondenti alla lunghezza di circa 4 campi da calcio, 191 m i metri persi solo dal 2021) ha drasticamente modificato la morfologia della fronte, oggi formata in larga parte da placche di ghiaccio sepolte dal detrito e disgiunte dalla massa di ghiaccio principale.

Una serie di recenti sopralluoghi effettuati dai volontari SGL ha permesso di constatare come l’ultimo caposaldo di misura in uso sia stato coperto dai detriti scivolati dalle placche di ghiaccio.

Allo stesso tempo la fronte vera e propria si è riposizionata sopra ad un salto roccioso, rendendo l’accesso difficoltoso.

L’accesso è inoltre ostacolato dalla forte portata del torrente ablatore alimentato dal ghiacciaio.

La grande quantità di acqua scaricata dal ghiacciaio è ovviamente conseguenza delle altissime temperature registrate negli ultimi giorni.

I rilievi del ghiacciaio, che rimane uno dei più estesi e significativi della Lombardia, a partire dai prossimi anni proseguiranno quindi utilizzando altre metodologie d’indagine, come la fotogrammetria da drone e il telerilevamento.


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Ghiacciaio Ventina

Complessivamente, dal segnale del 1895, l’intera serie di misure un arretramento complessivo di 1.7 km.

Quest’anno, a circa un mese dalla fine della stagione estiva, lo scarso innevamento residuo lascia intuire un bilancio del ghiacciaio già oggi negativo.

Secondo i modelli glaciologici del Politecnico di Zurigo il ghiacciaio da qui alla fine del secolo potrà conservare oltre la metà del volume residuo di ghiaccio. Condizione necessaria affinché questa previsione si verifichi è la sostanziale riduzione delle emissioni di gas climalteranti e il conseguente contenimento del riscaldamento planetario entro i + 2 °C rispetto all’epoca preindustriale.

Secondo gli scenari peggiori, qualora non venisse attuata alcuna politica di contenimento delle emissioni, il ghiacciaio si ridurrebbe del 90 %, riuscendo a conservare soltanto una minima porzione in alta quota, al di sotto della vetta del Monte Disgrazia.

L’escursionista che volesse approfondire la conoscenza del ghiacciaio della Ventina e le sue fluttuazioni storiche può percorrere il Sentiero Glaciologico “Vittorio Sella”, creato nel 1992 da SGL, che per mezzo di cartellonistica recentemente aggiornata e rivista, permette di ripercorrere fisicamente le fasi di avanzata e ritiro successive alla Piccola Età Glaciale fino alla posizione raggiunta nel 2021.

Il ghiacciaio del Ventina si estende alla testata della valle omonima limitata dalla Punta Kennedy (3294 m s.l.m.), dal Monte Disgrazia, dal Pizzo Cassandra (3225 m s.l.m.) e dalla Cima Sassersa (2977 m s.l.m.). Il bacino di alimentazione è molto articolato e costituito da almeno due parti disuguali che la notevole riduzione di questi ultimi anni mette bene in evidenza. In data 10 ottobre è stata effettuata il classico rilievo glaciologico annuale.

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