Aria buona in montagna: i falsi miti da sfatare

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aria buona in montagna i falsi miti da sfatare


Aria in montagna


Sei stanco dell’aria pesante delle città? L’aria di montagna si distingue per una qualità nettamente superiore: è pulita, povera di inquinanti (ozono, PM2.5, CO), a bassa umidità e con meno allergeni come pollini e acari.

In alta quota, inoltre, la densità dell’aria cala causando un aumento nella produzione di globuli rossi e un rafforzamento del sistema cardiovascolare.

Ma vediamo più nel dettaglio:

  • Meno inquinanti respiratori: vivere o passare del tempo in montagna significa respirare aria priva di sostanze irritanti, con un impatto positivo su asma, allergie e salute polmonare.

  • Alta ionizzazione: nei boschi e vicino a cascate l’aria è ricca di ioni negativi, che favoriscono benessere psicofisico, relax e un miglioramento della funzionalità respiratoria.

  • Allenamento per cuore e vasi: l’aria rarefatta obbliga il cuore a pompare di più, stimolando produzione di globuli rossi, migliorando circolazione, abbassando pressione a riposo e colesterolo. Persino il rischio di infarto o ictus diminuisce del 22% ogni 1000 m di quota.

Benefici immediati e a lungo termine: già dopo pochi giorni in alta quota si registra:

  • aumento dell’ossigenazione sanguigna

  • respiro più profondo

  • sistema respiratorio meno affaticato

  • sintomi allergici mitigati

Questo “quadro ambientale” fa del soggiorno in montagna una vera palestra per respiro, circolazione e difese immunitarie.

Aria buona in montagna: i falsi miti da sfatare

Quando si parla di aria di montagna, spesso si tende a idealizzarla come una sorta di “elisir naturale”. Ma non tutto quello che si dice è vero. Ci sono infatti diversi falsi miti che circolano da anni, e che è bene chiarire una volta per tutte. Ecco i più comuni, smontati punto per punto.


“In montagna c’è più ossigeno” – FALSO

Uno dei miti più diffusi è che l’aria di montagna sia più ricca di ossigeno. In realtà, è vero il contrario. Salendo di quota, la pressione atmosferica diminuisce, e con essa anche la disponibilità di ossigeno. A 2000 metri, ad esempio, si registra circa il 20% in meno di ossigeno rispetto al livello del mare.

Quindi fa male? Assolutamente no. Il corpo umano, dopo una fase di adattamento, risponde positivamente a questa “sfida”: aumenta la produzione di eritropoietina (EPO) e globuli rossi, migliorando nel tempo la capacità di trasportare ossigeno ai tessuti. Questo meccanismo è proprio quello sfruttato dagli sportivi professionisti per allenarsi in quota!


“L’aria di montagna guarisce l’asma” – PARZIALMENTE FALSO

Molti credono che basta un soggiorno in montagna per guarire da problemi respiratori come l’asma o la bronchite cronica. La verità è che l’aria pulita e povera di allergeni può migliorare temporaneamente i sintomi, ma non rappresenta una cura definitiva.

Quello che fa davvero la differenza è:

  • la minore concentrazione di polveri sottili;

  • la ridotta presenza di pollini e muffe;

  • l’ambiente meno umido, che facilita la respirazione.

Ma attenzione: l’effetto positivo svanisce nel momento in cui si torna in ambienti inquinati. È quindi una terapia di sostegno, utile, sì, ma da affiancare a un percorso medico personalizzato.


“Più in alto vai, meglio è” – FALSO E RISCHIOSO

Alcuni pensano che salire oltre i 2000-3000 metri sia ancora meglio per il corpo e la mente. Falso. Superare certe altitudini può causare problemi di acclimatazione, come:

  • mal di montagna (cefalea, nausea, insonnia);

  • ipossia (carenza di ossigeno nei tessuti);

  • affaticamento cardiaco e polmonare.

L’ideale per godere dei benefici dell’aria montana senza rischi è restare tra i 1000 e i 1800 metri di altitudine, soprattutto se non si è abituati. I benefici si ottengono anche a quote moderate!


Leggi anche: Perché il miele di montagna è diverso da tutti gli altri?


“Chi soffre di pressione alta dovrebbe evitare la montagna” – FALSO (con precauzioni)

Un altro mito è che l’alta quota aumenti la pressione sanguigna e quindi sia pericolosa per chi soffre di ipertensione. In realtà, studi recenti dimostrano l’opposto: la pressione arteriosa tende a normalizzarsi, e in molti soggetti addirittura a calare leggermente.

Ma attenzione: chi ha patologie cardiovascolari gravi dovrebbe comunque consultare il medico prima di salire in quota. Non tutte le condizioni sono compatibili con lo sforzo e l’altitudine.


“In montagna si dorme meglio” – VERO SOLO IN PARTE

La leggenda narra che l’aria pura favorisca un sonno profondo e rigenerante. E in parte è vero: meno rumore, meno luci artificiali, più silenzio e natura aiutano a rilassarsi.

Ma nei primi giorni in quota, soprattutto sopra i 1500 metri, molte persone sperimentano disturbi del sonno: risvegli frequenti, sogni intensi o sensazione di “sonno leggero”. Questo avviene perché il corpo sta ancora adattandosi alla minore pressione di ossigeno.

La buona notizia? Dopo 3-5 giorni, il sonno tende a migliorare, grazie alla stabilizzazione del respiro e alla maggiore produzione di melatonina indotta dalla luce naturale.


Non tutto quello che si dice sull’aria di montagna è vero. Esistono numerosi benefici concreti, ma anche molte semplificazioni eccessive. Sapere cosa è fondato e cosa no ti permette di vivere l’esperienza in quota con consapevolezza, sfruttando i lati positivi e evitando errori o aspettative irrealistiche.

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