Il funzionamento della stufa pirolitica per il riscaldamento domestico si basa sulla pirolisi, una reazione termochimica che genera calore.
PIROLISI – La biomassa viene riscaldata, in assenza di ossigeno, all’interno di un contenitore, con una struttura semplice, a una temperatura che va dai 300 ai 400 gradi, producendo molto calore e pochissime sostanze di scarto come carbone vegetale o gas.
STUFA PIROLITICA – In questo tipo di sistema di riscaldamento domestico troviamo il contenitore che contiene biomassa (il combustibile) fabbricato con materiale adatto a resistere a elevate temperature, un tubo di acciaio il coperchio che isola la biomassa e impedisce l’entrata dell’ossigeno per assicurare una reazione senza la sua presenza, e, infine, alla base della stufa, il foro per una aerazione corretta.
VANTAGGI
Poca manutenzione, semplicità di utilizzo e installazione semplice (non obbligatorio un tecnico specializzato).
Efficienza energetica, grazie al fatto che brucia anche molti dei gas di scarto.
Sostenibilità: le emissioni di gas di scarto molto più basse rispetto alle stufe tradizionali.
Sicurezza: non è collegata all’energia elettrica e non ha canna fumaria.
Bassi costi di esercizio legati anche al fatto che si risparmia sul collegamento elettrico.
SVANTAGGI – Pochi modelli presenti sul mercato, in particolare da interni: la scarsa diffusione ne tiene ancora alti i prezzi. Le piccole stufe da esterno costano circa 100 euro, i modelli da interno possono arrivare ai 2mila euro.
DIFFERENZA STUFA TRADIZIONALE – La differenza tra stufa tradizionale (legna o pellet) e pirolitica risiede principalmente nel fatto che quest’ultima brucia anche i gas di scarto prodotti, riducendo gli scarti e aumentando l’efficienza del sistema di riscaldamento. Nelle stufa tradizionali i gas di scarto prodotti sono eliminati tramite le canne fumarie bruciandone molto poco: la combustione nelle stufe pirolitiche si incrementa del 200%.