Il mercato della Bresaola della Valtellina IGP: crisi delle materie prime e dipendenza dal Sudamerica

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Dipendenza dal Sudamerica


Produzione e mercato interno in crescita

Nel 2024 la produzione di Bresaola della Valtellina IGP ha raggiunto le 12 600 tonnellate, segnando un aumento del +6,52 % rispetto al 2023, con un valore al consumo di circa 480 milioni di euro.
Di queste, circa il 95 % è destinato al mercato italiano e il restante 5 % all’export, suddiviso tra UE (72 %) ed extra‑UE (28 %).
Questo conferma l’importanza centrale del mercato interno per il prodotto.


Problemi strutturali nell’approvvigionamento europeo

Le aziende valtellinesi faticano a reperire carne bovina nell’UE, principalmente perché l’allevamento continentale privilegia bovini da latte, non da carne.
Nel 2024 la disponibilità UE è scesa al 22 %, contro il 30 % del 2023.
Questo declino è legato alle restrizioni del Green Deal e alle scelte produttive dei Paesi europei.


Leggi anche: Bresaola con carne USA? L’origine della carne è ininfluente


Dipendenza dal Sudamerica e costi in aumento

Per colmare il gap, i produttori importano carne bovina dal Sudamerica (Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay), in particolare carne di Zebù, apprezzata per le caratteristiche di magrezza e qualità perfetta per la bresaola.
Tuttavia, questa scelta comporta costi molto elevati: fino al +50 % rispetto al prezzo originario, sia per dazi extra‑UE sia per licenze limitate GATT .


Conseguenze per la filiera e sostenibilità

Il settore impiega circa 1 400 addetti (+4 % rispetto al 2023) e genera un impatto economico significativo sulla provincia di Sondrio.
Tuttavia, la dipendenza accentuata dalle importazioni estere, insieme ai costi elevati, pone rischi per la sostenibilità e la programmazione a lungo termine:

  • Barriere tariffarie sempre più rigide

  • Rischio aumento prezzi al consumatore

  • Pressione sulle attività locali e sui piccoli produttori


Scenari futuri e possibili soluzioni

  1. Diversificazione delle fonti:
    La possibilità di appoggiarsi a carne statunitense è stata tema di discussione, sotto il profilo negoziale, ma è complicata da questioni di etichettatura, ormoni, e possibile impatto sul Made in Italy.
  2. Maggiore trasparenza sull’origine:
    Anche se proposta già su etichette e su portali informativi, l’indicazione completa dell’origine (es. “carne da Brasile/Argentina”) non è ancora obbligatoria, e al momento rientra in campagne volontarie.

  3. Promozione dell’allevamento UE:
    Incentivare allevamenti da carne nell’UE con tagli dedicati alla bresaola potrebbe, sul lungo periodo, ridurre dipendenza estera, ma necessita di politiche agricole mirate.


La Bresaola della Valtellina IGP sta vivendo una fase di forte dinamismo: produzione e mercato interno in crescita, ma sotto la spinta di problemi strutturali nella filiera delle materie prime.
La dipendenza dal Sudamerica, con costi aggiuntivi fino al +50 %, impone aumenti di prezzo inevitabili. La risposta richiede un mix di misure:

  • Azioni politiche e negoziali (licenze, accordi internazionali)

  • Supporto all’allevamento UE

  • Trasparenza sull’origine
    Un impegno comune può tutelare un’eccellenza valtellinese e garantire ai consumatori italiane un prodotto di qualità e sostenibilità.

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