La pressione corretta degli pneumatici riduce consumi, emissioni e usura, migliorando sicurezza e qualità dell’aria
In un contesto urbano dove la mobilità sostenibile e la riduzione delle emissioni inquinanti sono priorità assolute, un’attenzione spesso trascurata può fare la differenza: la corretta pressione degli pneumatici.
Oggi proviamo a spiegarvi quanto sia fondamentale mantenere i pneumatici gonfi secondo le indicazioni del costruttore per migliorare la sicurezza, risparmiare carburante e limitare l’inquinamento.
La sicurezza stradale e l’impatto ambientale degli pneumatici sgonfi
Guidare con pneumatici non correttamente gonfiati espone a rischi concreti: proprio come non correremmo con le scarpe slacciate per evitare cadute, un’auto con gomme sgonfie perde aderenza e si comporta in modo meno prevedibile su strada. Ma il problema è anche ambientale. Pneumatici sottogonfiati aumentano la resistenza al rotolamento, costringendo il motore a uno sforzo maggiore che si traduce in consumi più elevati e quindi in un aumento delle emissioni di CO2.

Tutti gli svantaggi dell’avere le ruote dell’auto sgonfie – (valtellinamobile.it)
Una pressione inferiore a quella prescritta può incrementare il consumo di carburante dal 3% fino al 15%, con un analogo aumento degli inquinanti emessi. Considerando che in Italia si immettono annualmente circa 100 milioni di tonnellate di CO2 nell’atmosfera, il semplice gesto di mantenere la giusta pressione degli pneumatici potrebbe ridurre le emissioni da 3 a 15 milioni di tonnellate all’anno.
Inoltre, gli pneumatici sottogonfiati si consumano più rapidamente, riducendo significativamente la loro durata fino a un quarto del normale ciclo di vita. Ciò comporta non solo più spese per il consumatore, ma anche un maggior rilascio di polveri sottili derivanti dall’usura del battistrada, un problema ambientale spesso sottovalutato ma paragonabile, per impatto, alle emissioni di gas di scarico.
Il settore degli pneumatici è attivamente coinvolto in una trasformazione green, con l’adozione di materiali riciclabili e tecnologie all’avanguardia. Tra le innovazioni più rilevanti, l’azienda tedesca Continental ha introdotto pneumatici realizzati con PET riciclato, ottenuto da bottiglie di plastica, mentre Michelin e General Motors hanno presentato Uptis, uno pneumatico senza aria che non si buca e può essere rigenerato fino a sei volte.
Parallelamente, l’attenzione all’etichettatura degli pneumatici è aumentata: dal 2021 le nuove etichette indicano chiaramente il consumo energetico, la rumorosità e l’aderenza sul bagnato, facilitando scelte più consapevoli da parte dei consumatori. Inoltre, pneumatici di classe energetica A e B possono ridurre i consumi di carburante dal 5% al 7%, e sono oggetto di incentivi specifici come il bonus gomme da 200 euro, promosso a livello nazionale per favorire il ricambio con modelli più efficienti.
Mantenere gli pneumatici alla pressione corretta è un gesto che unisce vantaggi multipli: migliora la sicurezza stradale, riduce l’impatto ambientale e fa risparmiare denaro. In un’epoca in cui l’attenzione verso la sostenibilità è crescente, è fondamentale non dimenticare l’importanza di questi piccoli accorgimenti.
Inoltre, la ricerca evidenzia come il pulviscolo derivante dall’usura degli pneumatici contribuisca in modo rilevante all’inquinamento atmosferico da particolato fine, con effetti negativi sulla salute pubblica. Per questo motivo, la promozione di pneumatici efficienti e correttamente mantenuti diventa una priorità anche sotto il profilo sanitario.

Non guidare con le ruote della macchina sgonfie - (valtellinamobile.it)








