La Val Codera è una valle laterale della Valchiavenna, nel comune di Novate Mezzola, provincia di Sondrio (Lombardia).
Il borgo di Codera si trova all’interno di questa valle e presenta caratteristiche davvero particolari: non è raggiungibile in auto, ma solo a piedi tramite sentiero o, in casi eccezionali, tramite elicottero.
In passato era una comunità autosufficiente con agricoltura, allevamento, estrazione di granito; oggi è fortemente spopolata, ma vive una nuova “vita” nel senso della testimonianza, della memoria, della valorizzazione storica.
Perché “abbandonato che diventa memoria”
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Fino al 1933 circa, la Val Codera contava oltre 500 abitanti.
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Con il passare degli anni la popolazione è drasticamente calata: in alcuni censimenti si parla di pochissimi abitanti permanenti.
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L’isolamento – mancanza di strade carrozzabili – ha reso la valle un ambiente “fuori dal tempo”, in cui il paesaggio, le case, i muretti, gli orti terrazzati, le cave di granito raccontano una storia del passato.
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Parallelamente, è nata una forte presenza dell’“azione di memoria”: ad esempio, l’Associazione Amici della Val Codera è stata costituita già nel 1981 con l’obiettivo di preservare ambiente, tradizioni, paesaggio.
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Nel borgo e nella valle sono stati istituiti musei etnografici e naturalistici che raccolgono strumenti, testimonianze della vita quotidiana, dell’estrazione del granito, dell’agricoltura, e delle comunità alpine.
Cosa rende Codera speciale
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Il paesaggio è estremo ma affascinante: pareti ripide, boschi, torrente che scende impetuoso. La valle è stata descritta nei secoli come “una delle più difficili” da raggiungere.
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L’architettura rurale, i terrazzamenti, le antiche cave di granito (detto “granito sanfedelino”) testimoniano un’interazione forte tra uomo e natura.
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Nonostante lo spopolamento, c’è un impegno attivo nel valorizzare: percorsi escursionistici, gestione agricoltura biologica, ospitalità, musei, eventi culturali.
Esempi di “memoria” che rivivono
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Il museo etnografico della valle raccoglie memorie materiali: oggetti, strumenti, testimonianze della vita montana.
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Le iniziative dell’Associazione includono agricoltura biologica e conservazione di muri a secco, orti, coltivazioni: non solo “ricordo” ma azione viva di memoria e continuità.
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Il borgo attira escursionisti, fotografi, appassionati di paesaggio e storia, che aiutano a mantenere viva l’attenzione e la memoria del luogo.
Qualche nota per la visita (o riflessione)
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Raggiungere Codera richiede tempo e impegno: il sentiero è ripido. Questo isolamento è parte del suo fascino ma richiede preparazione.
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Portare rispetto: non è un’attrazione commerciale in senso classico, ma un luogo che vive e respira grazie a comunità che preservano.
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Guardare oltre l’immagine “abbondonata”: è utile chiedersi come un luogo così isolato possa trasformarsi in memoria attiva — e cosa possiamo imparare da queste trasformazioni.
Il borgo di Codera è un perfetto esempio di luogo che è stato abbandonato/ quasi spopolato, ma che non è stato dimenticato: è stato scelto come segno, come memoria vivente di un modo di vita, di un rapporto con la natura, di una comunità alpina che cambia.
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