Quali sono le auto più rubate in Italia e cannibalizzate per i “pezzi”: questi sono i modelli più a rischio.
L’Italia si trova a fronteggiare un aumento preoccupante dei furti parziali di autovetture, un fenomeno criminale in crescita che coinvolge sia le utilitarie più diffuse sia i modelli premium.
La Lombardia è la regione maggiormente colpita, seguita da Lazio e Campania, dove il valore economico dei danni e la complessità delle reti criminali sono in rapido aumento.
Crescita dei furti parziali e impatto economico
Secondo un report aggiornato di LoJack Italia, azienda leader nelle soluzioni telematiche e nel recupero di veicoli rubati, nei primi sei mesi del 2025 sono stati recuperati 1.032 veicoli per un valore complessivo superiore a 33,4 milioni di euro. Questo dato conferma un trend in ascesa, già evidenziato nel 2024, quando gli interventi per furti parziali o tentativi di furto hanno superato le 14.000 segnalazioni, con un incremento del 3,5% rispetto all’anno precedente, come riportato dall’Osservatorio Car Clinic.
I furti parziali, noti anche come “cannibalizzazione”, colpiscono prevalentemente veicoli di età compresa tra 4 e 6 anni (33% dei casi), ma non risparmiano neanche i modelli più recenti, fino a 3 anni, che rappresentano il 28% delle vittime. I danni subiti dai proprietari possono superare i 5.000 euro per vettura, generando un mercato nero fiorente di pezzi di ricambio, che alimenta anche traffici internazionali verso Nord Africa, Emirati Arabi Uniti e Sud Africa. Le auto più vulnerabili a questo tipo di furto sono sia modelli di larga diffusione, come Fiat Panda, 500, Punto, Lancia Ypsilon, 500X e Jeep Renegade, sia vetture di fascia alta, appartenenti a marchi come Audi, Alfa Romeo, Toyota, Lexus, Range Rover e Volkswagen.
A livello territoriale, nelle regioni meridionali si registra una prevalenza di furti su utilitarie, mentre al Nord i ladri si concentrano maggiormente su modelli di valore elevato. La Lombardia si conferma epicentro del fenomeno, con il 40% dei casi totali di furti parziali, seguita da Lazio (27%) e Campania (18%). Le grandi metropoli come Milano e Roma rappresentano quasi un terzo degli episodi. In Puglia, in particolare nell’area tra Manfredonia e Cerignola, conosciuta come il “triangolo delle Bermuda dei furti d’auto”, operano vere e proprie centrali di smontaggio nascoste nelle campagne e officine compiacenti, che alimentano il circuito illegale dei pezzi di ricambio.

Questi modelli di auto sono nel mirino dei ladri – Valtellinamobile.it
Le parti di veicolo più richieste dai ladri sono quelle di alto valore economico e facile rivendita: telecamere di bordo, paraurti (prezzi da 45 a 800 euro), monitor (da 180 a 920 euro), fanali (da 500 a 2.500 euro), cerchi in lega (da 450 a 1.500 euro) e catalizzatori, molto ricercati per i metalli preziosi come platino e palladio. Anche gruppi ottici di ultima generazione, come fari a LED e laser, oltre a motori, portiere e centraline elettroniche, sono frequentemente sottratti. I furti vengono eseguiti con estrema rapidità e precisione: un ladro esperto impiega mediamente 80 secondi per smontare un componente.
Le operazioni sono spesso orchestrate da organizzazioni criminali strutturate, che scelgono strade poco illuminate o utilizzano tecniche avanzate come la clonazione delle chiavi o l’interfacciamento con la rete CAN bus delle vetture. Le auto trafugate vengono poi smontate in capannoni dedicati nel giro di 3-4 ore, con i pezzi destinati a mercati illegali internazionali. Maurizio Iperti, Presidente di Automotive LoJack International, sottolinea: «Il furto parziale è un fenomeno in crescita che coinvolge migliaia di automobilisti, alimentando un mercato nero sempre più strutturato. I ladri, sempre più tecnologici, causano danni ingenti. Per questo è fondamentale dotarsi di strumenti avanzati per prevenire i furti e facilitarne il recupero».
Grazie alla sua tecnologia in radiofrequenza e a un team operativo disponibile 24 ore su 24, LoJack ha recuperato nel primo semestre del 2025 più di 1.000 veicoli, di cui il 54% SUV, con una prevalenza di Toyota RAV4, e il 32% utilitarie, con la Fiat Panda in testa. Le regioni con maggior numero di ritrovamenti sono Lazio, Campania, Puglia, Lombardia e Sicilia, confermando la diffusione capillare del fenomeno e l’efficacia delle tecnologie di tracciamento nel contrasto al mercato nero dei pezzi di ricambio.

Le auto più rubate in Italia per i "pezzi" - Valtellinamobile.it 









