26 Aprile 2024 18:52

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Superlega: modello USA e calcio europeo. Il perché non sta in piedi

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Ieri sera il giornalista Flavio Tranquillo, uno dei più grandi esperti di basket americano italiani e non solo. è stato ospite della trasmissione “Sky Calcio Club”. Si è parlato di Superlega e di applicabilità del modello americano al calcio europeo.
“Io sarei molto cauto nel dire ‘prendo il sistema americano e lo applico perché sono molto meno convinto che sia impossibile applicarlo, perché tutti i motivi tecnici addotti nella sostanza ci sono anche in America. Ne pesco uno: la diversa fiscalità. Gli Stati Uniti hanno 50 Stati e 50 fiscalità. LeBron James passando da Cleveland a Los Angeles ha perso 21 milioni di quella che è la nostra IRPEF, eppure la regola per Cleveland e Los Angeles è la stessa.
Non è un problema di applicare un modello, è questione di vedere tutto assieme. Se vedi quei grafici sono la fotografia di un sistema che sul lungo periodo non è sostenibile. Sostenibile vuol dire che nel medio-lungo periodo si sostiene, non che c’è qualcuno che lo tiene in piedi. È quella la chiave.
Domanda: “Si potrebbe fare il salary cap? È una cosa che ha funzionato negli Stati Uniti con NBA”.
“Il Salary Cap non è uno strumento di controllo dei costi. Il salary cap è uno strumento che garantisce che ci sia una cosa che si chiama equilibrio competitivo, che è quello che caratterizza in primis qualsiasi lega, non solo americana, ma sicuramente quelle più di successo in America e che loro ritengono, e li risultati sono dalla loro parte, sia la chiave, veramente, per creare quell’equilibrio, poi anche economico, che autoalimenta tutto il circolo virtuoso”
Domanda: “Quindi una lega virtuosa ha parametri di partecipazione, contratto collettivo e equilibrio competitivo”.
“Ha queste tre cose. Contratto collettivo: ci sono delle difficoltà tecniche, ma si può fare un contratto collettivo fuori dagli Stati Uniti. Una categoria, che si riconosce come tale, va dal legislatore dicendo: “Noi siamo i calciatori europei professionisti e facciamo un contratto collettivo in cui normiamo tutto quello che ci riguarda, e questo è l’unico contratto che firmerò, sia che sia al Milan che sia all’Ajax…
Qual è l’interesse per lo Stato? Ci saranno molte meno controversie e ci sarà molta più semplificazione, molto più controllo, perché tutti avranno lo stesso contratto.
Li dentro ci metti tutti i meccanismi, anche di equilibrio economico del sistema, che ci vuoi, puoi e riesci a mettere. Per fare questo ci vuole anche una parte sindacale e non solo una datoriale. Uno degli assenti, secondo me, dalla discussione di questa settimana, è un soggetto forte di sindacato giocator
Domanda: ”Il sindacato calciatori ha detto ‘pensate a questo, intento noi giochiamo 70 partite all’anno e non va bene”.
“Io penso che ancora una volta la chiave sia che se prendi ogni singola questione e la spacchetti, non vai a casa più. Tu devi prendere l’intero problema e dire: “A livello di sistema sarà interesse di tutti mettere in sicurezza questo sistema?’ Io penso di sì.
‘Che cosa possiamo trovare ?’ Possiamo trovare nuove regole, un nuovo modo di rapportarci in cui, evidentemente, abbiamo tutti e due interesse a che il sistema torno sostenibile, perché significa che anche i calciatori tra dieci anni, tra vent’anni, tra cinquant’anni, potranno godere di quello di cui stanno godendo quelli di oggi”
Domanda: “Ma chi è che impone questo sistema?”
“Lo impone il comune interesse, però evidentemente, se la parte imprenditoriale o datoriale ritiene di volerci e doverci guadagnare in termini imprenditoriali. Torniamo al discorso di prima, perché se invece dice: Non importa. Quando poi mancano 10, 50, 600, ce li metto io’, è inutile che perdiamo tempo”
Domanda: “Il progetto mi sembra fosse proprio questo. Creare un insieme di squadre che con una competizione di quel tipo di livello garantisse l’auto-sostenibilità”.
“Però per la verità ci hanno presentato un comunicato di 2 pagine e qualche riga e un accenno generico a un criterio in salari del 55% del fatturato, che è un po’ pochino. Se tu non cambi totalmente la logica per esempio che ha portato la UEFA a fare il fair play finanziario che è una misura compressiva, in economia vanno fatte con molta attenzione. Se tu riesci a controllare un po’ i costi e a triplicare i ricavi va bene uguale. Se non riesci a triplicare i ricavi devi scendere coi costi. Se hai un indebitamento fortissimo lo devi tenere sotto controllo. Ma questo è un atteggiamento di un certo tipo. Se invece il problema è “Si ma io ho un altro obiettivo” allora davvero non potrà succedere e non sarà questione di format, quanto e quante sono le squadre. È sempre un problema di sistema. Quello che abbiamo detto alla fine integra una scelta obbligata: non c’è dubbio che tu hai maggior efficacia di un sistema quando in un settore economico, in un subsettore economico le realtà sono omogenee. Se tu metti un settore economico in cui stanno assieme un’azienda da 3000 addetti, una da 300 e una da 30 non funziona per nessuna delle tre. In questa situazione è evidentemente difficile arrivare al punto in cui quella da 3000 gioca con quella da 3000, quella da 300 e quella da 300 e quella da 30 con quella da 30, ma va posta in questa maniera. E poi si può anche dire non ce la sentiamo, non è giusto, però deve essere evidente che se lo fai hai determinati vantaggi e se non lo fai non hai determinati vantaggi”
Domanda: “Però è anche vero che il calcio, come sua struttura, essendo a punteggio basso, permette a quella di 30 di battere quella di 3000”.
“E allora però o le metti tutte da 30 o tutte da 3000. Provocatoriamente, se vuoi un sistema economico sostenibile. Sennò, nel lungo periodo, non lo è. Non si possono volere tutte e due le cose, cioè quella da 3000 e quella da 30 perché una volta o sette volte – e le rispetto moltissimo – vince quella da 30, cosa che è vero. Ma pur essendo vero, nel lungo periodo, è devastante economicamente. A meno che non tieni tutti in equilibrio, anche se mi sembra non sia andata bene.
Domanda: “Però la vittoria nella singola partita è la possibilità che il calcio garantisce a quella che vale 30 di poter arrivare a 300 e a 3000. Facendo un discorso che quelli da 3000 stanno solo con quelli da 3000 aumenta il divario, giocano solo tra di loro”.
È giustissimo ciò che dici, ma la stai prendendo come unica possibilità. Hai uno che spende 3000 comunque, indipendentemente da tutto. E uno che non può spendere più di 30, comunque, indipendentemente da tutto. Che è la fotografia di come è stato finora. Se l’Atalanta può arrivare a 3000, ci arriverà. Se è più brava a scegliere i giocatori, vince le partite e batte quelli da 3000, è automaticamente da 3000 perché poi potrà fare la Champions League.
Domanda: “Se le permetti di giocare con quelli da 3000. Perché se gioca da sola non ci arriva mai”.
Questa realtà qui è particolarissima. Non esiste una realtà in cui tu devi scegliere come tuoi collaboratori o consorziati i tuoi avversari sul campo, i tuoi concorrenti e soprattutto queste situazioni sono dinamiche, perché magari l’Atalanta 10 anni fa non pensava di arrivare in semifinale di Champions, mentre adesso se resisteva 3 minuti magari la giocava una semifinale di Champions. Gli equilibri cambiano. Una scelta possibile è non far cambiare certi equilibri. È molto difficile, è culturalmente tremendo, ma una scelta che aiuta l’efficienza del sistema è non farli cambiare.
Domanda: “Ma nel momento in cui non funziona perché la gente si ribella devi trovare un’altra soluzione”.
“Allora devi prendere un’altra strada, che è quella di compressione. Ma deve essere una compressione vera”.
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