Tra la Val Torreggio e la Valle Giumellino svetta lo sperone roccioso di Rocca Castellaccio (1.789 m).
Si sale con l’automobile a Chiesa in Valmalenco, si devia per Primolo, e al primo tornante si prende la stradina sulla sinistra che porta al vicino parcheggio (1.150 m) e all’imbocco della VASP per l’Alpe Lago di Chiesa.
Una cinquantina di metri oltre il parcheggio si comincia a percorrere la mulattiera immersa nel bosco di conifere, ben tenuta, con ai bordi distese di erica, mirtilli e rododendri. Durante la salita si è sempre osservati dal maestoso Pizzo Scalino. In un paio di occasioni si incrocia la VASP e poi, in prossimità della derivazione di una centralina idroelettrica (1.600 m), ci si trova all’ingresso dell’Alpe Lago di Chiesa.
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Proprio qui, sulla sinistra, c’è un piccolo ponticello in legno che permette di superare le acque che escono dal Lago di Chiesa intorbatosi nei decenni; le si segue per un centinaio di metri e poi si prosegue ancora per 300 metri mantenendosi a margine dei tratti paludosi.
Ora si deve interpretare sul terreno una traccia che è quasi completamente scomparsa in direzione S-E per l’Alpe Castellaccio; superata quota 1.700 m si devia a S-O su una dorsale che arriva alla croce posta sulla cima. Per non rifare la stessa via della salita si ripercorrono una ventina di metri del sentiero e poi si devia a sinistra sulla traccia che scende ripida verso Ovest.
Durante la discesa bisogna fare, in caso di terreno bagnato, molta attenzione ai sassi che sono molto scivolosi; oltrepassata quota 1.700 m ci si avvia più facilmente verso la parte alta del maggengo dell’Alpe Lago di Chiesa. Seguendo i percorsi agricoli che attraversano i prati ci si immette nella VASP e la si percorre fino a raggiungere il punto di partenza.
Percorso (E) di 10 chilometri, dislivello positivo 680 metri, pochissime fontane.
Giorgio Gemmi
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