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Qual è la legna che scalda di meno?

qual è la legna che scalda di meno

Quando arriva l’inverno, uno dei temi più caldi (è proprio il caso di dirlo) è la scelta della legna da ardere. Ma non tutte le tipologie di legna sono uguali: alcune scaldano di più, altre di meno, e scegliere quella sbagliata può fare una grande differenza sia in termini di risparmio energetico che di comfort domestico. In questo articolo parleremo della legna che scalda di meno e di come fare una scelta consapevole per il tuo riscaldamento.

Legna da ardere: non tutta la legna è uguale

Prima di entrare nel vivo del tema, è importante capire che non tutta la legna da ardere ha lo stesso potere calorifico, ovvero la quantità di calore che rilascia durante la combustione. Questo dipende da diversi fattori, come il tipo di legno, il grado di umidità e il modo in cui è stata trattata.

La legna più efficace per riscaldare ha caratteristiche ben precise: deve essere stagionata, avere una bassa umidità (inferiore al 20%) ed essere di una qualità di legno con un alto potere calorifico, come il faggio, il rovere o l’olmo.

D’altra parte, ci sono legni che, pur essendo usati comunemente, scaldano meno. Vediamo quali sono e perché.


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Quali sono le tipologie di legna che scaldano meno?

Uno dei fattori principali che determina se la legna ha un buon potere calorifico è la densità del legno. In generale, i legni più leggeri e meno densi producono meno calore perché bruciano più velocemente e producono meno energia termica. Tra i legni che scaldano meno troviamo:

  1. Pioppo: Questo legno ha una densità relativamente bassa e un alto contenuto di umidità quando non è ben stagionato. Sebbene sia facile da accendere, il pioppo brucia rapidamente e rilascia meno calore rispetto a legni più densi come il faggio o il rovere.
  2. Pino: Il pino è un legno molto resinoso, il che significa che produce molti fumi e può sporcare il camino o la stufa. Pur essendo facile da accendere, il pino non è una scelta ottimale per il riscaldamento a lungo termine poiché brucia velocemente e non genera molto calore.
  3. Abete: Anche l’abete, come il pino, è un legno morbido e resinoso. Scalda di meno rispetto a legni duri e densi, e il suo utilizzo può comportare una necessità di rifornimento più frequente, dato che brucia in fretta.
  4. Salice: Un altro legno poco denso, il salice non è una buona scelta per chi cerca di ottimizzare il calore domestico. Anche in questo caso, il legno brucia rapidamente e produce meno calore rispetto ad altri tipi di legna.

L’importanza della stagionatura e dell’umidità

Anche la stagionatura del legno gioca un ruolo chiave nella quantità di calore prodotta. La legna che non è stata adeguatamente stagionata, cioè non ha avuto tempo di asciugarsi e ridurre il suo contenuto di umidità, avrà una resa calorica inferiore. Questo perché parte del calore prodotto durante la combustione viene utilizzato per evaporare l’acqua ancora presente nel legno.

In generale, la legna fresca, o con un alto tasso di umidità, scalda di meno rispetto a quella ben stagionata. Quindi, anche se hai a disposizione legni con un potere calorifico elevato, come faggio o quercia, se questi non sono ben stagionati, non raggiungeranno il loro massimo potenziale calorico.

Come riconoscere la legna che scalda di meno

Ci sono alcuni trucchi per riconoscere la legna che avrà una resa minore nel riscaldamento:

  • Peso: La legna meno densa è generalmente più leggera. Se sollevi un ciocco di legno e ti sembra insolitamente leggero, probabilmente non produrrà molto calore.
  • Aspetto: La legna fresca o non stagionata appare più chiara e talvolta presenta ancora la corteccia ben attaccata. Invece, la legna ben stagionata ha un aspetto più scuro e secco, e la corteccia spesso si stacca facilmente.
  • Suono: Quando batti due pezzi di legna tra loro, il suono può rivelarti se è ben stagionata. La legna secca produce un suono chiaro e secco, mentre la legna umida o poco stagionata emette un suono più sordo.

Gli svantaggi di utilizzare legna che scalda di meno

Usare legna di scarsa qualità o che ha un basso potere calorifico presenta diversi svantaggi:

  • Maggiori consumi: La legna che brucia velocemente richiede di essere continuamente alimentata, il che significa che consumerai più legna in poco tempo. Questo, a lungo andare, può risultare poco conveniente dal punto di vista economico.
  • Meno comfort: Una legna che scalda poco non raggiungerà mai le stesse temperature di combustione dei legni più densi, il che significa che la casa potrebbe restare meno calda e tu dovrai lavorare di più per mantenere una temperatura confortevole.
  • Più manutenzione: Legni come il pino o l’abete, che producono molti fumi e residui, richiedono una manutenzione più frequente del caminetto o della stufa, con più pulizia per evitare l’accumulo di creosoto.

Consigli per ottimizzare il calore domestico

Per ottenere il massimo dal tuo riscaldamento a legna, è importante considerare alcune strategie:

  • Mescolare diversi tipi di legna: Puoi utilizzare legna con basso potere calorifico per accendere il fuoco e poi aggiungere legni più densi per mantenere la fiamma viva più a lungo.
  • Acquistare legna stagionata: Controlla sempre che la legna che acquisti sia stata stagionata per almeno un anno. Se hai la possibilità, acquista legna con almeno 18 mesi di stagionatura.
  • Conservazione corretta: Tieni la tua legna al riparo dalla pioggia e dall’umidità, in modo che mantenga un basso livello di umidità anche se non la utilizzi subito.

Legna che scalda meno

Scegliere la legna giusta per il riscaldamento è fondamentale per garantire efficienza energetica, risparmio e comfort. La legna che scalda di meno, come il pioppo, il pino e l’abete, può essere utile in alcuni casi, ma non è l’ideale per un riscaldamento a lungo termine. Assicurati sempre di usare legna ben stagionata e preferisci legni densi e resistenti per ottenere il massimo del calore con il minimo sforzo.

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