Il CAI ha illustrato alla Camera le ragioni per le quali ritiene che la montagna non abbia bisogno né di nuovi impianti di risalita né dell’ampliamento di quelli esistenti. Certamente è doverosa una corretta gestione e manutenzione in efficacia di quelli che già esistono, ma non c’è più ragione di nuove costruzioni o ampliamenti quando in Italia ci sono più di cento impianti dismessi e lasciati al totale abbandono. Del resto questo tipo di progetti è già stato ampiamente contestato in Paesi come Austria, Svizzera, Germania e Francia e anche il Cai ha assunto una posizione precisa.
Il CAI invita ad aprire la montagna ad altre forme di turismo e di sport invernali. Visto il grande successo delle ciaspole, lo scialpinismo che è una “signora attività” e la nuova normativa per dare sicurezza anche nelle attività fuoripista. Si deve puntare davvero a una transizione ecologica intelligente, investendo dove ha senso.
Il Cai ha ricordato che dare vita a un nuovo impianto di risalita significa sbancare intere vallate, costruire infrastrutture e parcheggi. Tutto ciò a fronte di un mercato dello sci che non cresce da dieci anni. A causa dei cambiamenti climatici e dell’assenza di neve, in questi giorni siamo arrivati all’elisnow, ovvero lo spostamento della neve da dove c’è a dove non c’è. Questo perché sempre più spesso non si riesce neanche a produrre quella artificiale, a causa delle temperature troppo alte.
Fonte: CAI