26 Aprile 2024 21:40

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Il museo dello sci di Aprica

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scarponi mostra sci apricaSi chiama Scarpù Uècc l’apprezzata esposizione in progress ideata da cinque appassionati ski-attori.

Come tutte le attività sociali ed economiche che hanno raggiunto la maturità, l’industria del turismo invernale sente il bisogno, oltre che di immaginare il possibile futuro, di guardarsi indietro e ricordare il cammino ormai ultra-secolare compiuto. In particolare, per iniziativa di un gruppo di appassionati, Aprica è una delle primissime stazioni sciistiche dell’arco alpino a rendere fruibili al pubblico i frutti di una tale ricerca storiografica. Non senza il comprensibile compiacimento di essere stati protagonisti non secondari di tale storia e anche con una punta di nostalgia. Aprica – non si può dimenticare – è stata la prima stazione lombarda ad ospitare la Coppa del mondo alla fine degli anni ’70.

Elio Negri (proprietario dei materiali), Angelo Negri, Nino D’Amico, Piero Moncecchi e Mauro Ciceri – questo il sodalizio informale che potremmo definire degli ski-attori – ognuno con diverse competenze e quindi diversi compiti, si sono dati da fare dalla fine del secolo scorso per la raccolta e la classificazione della copiosa mole di materiali ora disponibili.

L’esposizione è suddivisa in sezioni cronologiche.

SCI
1900/1930. Primi sci: solo legno, senza lamine. Attacchi: ganascia in ferro, cordine in cuoio o mollettoni.
1940/1950. Sci in legno: prime scritte case costruttrici, prime lamine con viti. Attacchi: ganascia o cordina metallica, chiusura anteriore.
1960. Sci in legno plastificati sopra e sotto. Attacchi a formaggino con cordina, primi attacchi a chiusura posteriore.
1970. Primi sci in metallo e plastica, prime lamine senza viti, prime solette bianche o nere in Cofix. Attacchi in metallo a chiusura posteriore con cinturino di sicurezza in cuoio.
1980. Sci in metallo e plastica, solette in grafite. Primi attacchi in metallo e plastica con primo ski stopper.
1990. Primi sci in monoscocca lievemente sciancrati. Attacchi in metallo e plastica, prime piastre (o spessori).
2000. Carving più corto e più sciancrato: rivoluzione dello sci. Attacchi piastrati e più sicuri.

SCARPONI
1900/1940: in cuoio con lacci.
1940/1950: in cuoio con primi ganci.
1960/1970: primi in plastica.
1980: con gancio posteriore.

Tra le centinaia di pezzi che i cinque amici hanno raccolto, custodiscono e sono ben lieti di illustrare nei particolari ai visitatori, ve ne sono alcuni rari o di notevole interesse, anche locale. Tra i primi, almeno il pezzo unico di sci ripiegabile da zaino datato fine 1800, lo sci senza puntale Altenhofer, un paio di sci marcati Sertorelli con i cinque cerchi olimpici, quelli marcati Ferrari e Lamborghini, gli sci dei ragazzi creati da Rolly Marchi, lo scarpone-sci, il completo sci-scarponi fatto con doghe di botti, l’attacco con aggancio automatico, gli sci donati dall’ex preparatore (aprichese) della valanga azzurra Luciano Panatti.

Tra i secondi, un paio di sci freestyle donati da Piero Troncatti, quelli da discesa libera anni ’30 donati da Martino Martinotta (di Moro), quelli anni ’50 appartenuti a Don Augusto Azzalini, quelli di Claudio Clio Plona per il suo km lanciato a 178,80 orari, quelli di salto di Aldo Negri e del figlio Claudio apripista ai Campionati nazionali di DL del 1973 disputati all’Aprica, un paio di quelli portati dal Gruppo Alpini alle sfilate nazionali, quelli dei Valligiani di fondo e/o della Marcialonga appartenuti a Guido Carozzi, Arnaldo Negri, Nino Plona, Dino e Gianfranco Corvi (la squadra di fondo al completo comprendeva anche Giulio Moraschini, Alessandro Negri, Gianfranbco Carozzi, Giancarlo e Massimo Corvi). Ma ne dimentichiamo senz’altro più d’uno.

Alle pareti anche alcune foto, articoli di giornale e manifesti della Coppa Europa 1975 ad Aprica, disegnati da Amadio Bianchi, e dei Mondiali in Valtellina 1985.

Scarpù Uècc – Mostra storica dello sci e suoi dintorni
Corso Roma 22 Aprica, presso condominio “Cà di sciuri”.
Visite su prenotazione al numero 320 4925609

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