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Il corretto uso di legna, pellet, camini e stufe per riscaldamento

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buone pratiche per l’uso di legna per riscaldamentoBuone pratiche per l’uso di legna per riscaldamento

Accendere il fuoco dall’alto, utilizzando accendi-fuoco o pezzetti di legna piccoli e spaccati (non usare ramaglie o carta).

La legna va disposta collocando in basso i pezzi di maggiori dimensioni e via via quelli più piccoli, avendo comunque cura di non sovraccaricare il focolare.

La carica deve essere accesa, dall’alto e non dal basso, ponendo accendi fuoco in un castelletto formato con i pezzetti piccoli: così la combustione è più controllata e procede più lentamente.

Gestire in modo stabile la combustione: la produzione di inquinanti aumenta con continui spegnimenti e accensioni del focolare.

Caricare nuova legna quando si è formato un letto di braci, non mentre vi è ancora la fiamma.

Lasciare spazio tra legna e pareti del focolare perché l’aria comburente possa circolare.

Per ridurre la quantità di calore, bisogna ridurre la quantità di legna caricata, non ridurre l’ingresso di aria, perché si genera più inquinamento.

Per mantenere il calore più a lungo non si devono bruciare pezzi di grandi dimensioni, ma usare apparecchi con una massa in grado di accumularlo a lungo.

Assicurare la quantità ottimale di aria e quindi dell’ossigeno necessario per una corretta combustione. I generatori che prelevano aria e biomassa automaticamente sono più efficienti e da preferire a quelli non automatici.

Tenere sempre chiuso lo sportello dei generatori. Se si sente odore di fumo far controllare l’apparecchio e il tiraggio della canna fumaria.

Collocare la stufa a ridosso di una parete interna o in mezzo ad un locale, non addossarla ad una parete perimetrale.

Se si usa legna, usarla sempre vergine e non trattata. Non usarla dolce, proveniente da conifere, pioppi, ontani, salici, poiché produce tanto fumo e fuliggine. Evitare cassette della frutta o bancali, che vengono prodotti proprio con legno dolce.

La migliore legna da ardere proviene da querce, olmi, frassini, lecci e faggi; il castagno è adatto solo se stagionato a lungo e il tannino si è polimerizzato, per evitare eccessiva produzione di fumo.

Non bruciare mai giornali, cartoni, tetrapack, pezzi di mobili: la presenza di inchiostro, coloranti, vernici, anche se non visibili, genera, durante la combustione, sostanze pericolose.

Assicurarsi che la legna utilizzata abbia un contenuto idrico inferiore al 20%: l’umidità in eccesso diminuisce il suo potere calorifico e non consente il raggiungimento di temperature sufficienti in camera di combustione. Portare in casa la legna il giorno prima del suo utilizzo.

Se la legna è stoccata per la stagionatura, il riparo deve essere aperto almeno su tre lati: aspettare due anni prima di bruciarla.
Impiegare pezzi di piccole dimensioni, spaccati piuttosto che tondi.

Verificare che la fiamma sia sempre vivace. La chiusura del flusso di aria durante la combustione allunga la durata della fiamma a scapito di emissioni e rendimento. Rischiando inoltre la formazione di grumi di creosoto, che può infiammarsi all’improvviso esplodendo e danneggiando parti dell’impianto, fino a provocarne l’incendio. Chiudere l’aria per la combustione solo nel momento in cui rimane solo brace senza fiamma, in modo che la stufa si raffredda lentamente.

Controllare il fumo che esce dal camino. Dopo un quarto d’ora dall’avvio della combustione, il fumo, se accensione e combustione sono corrette, diventa invisibile. Un fumo scuro e denso è segno di una combustione non corretta e più inquinante. Una buona combustione produce fumi quasi invisibili all’uscita del camino, nessun odore sgradevole, poca fuliggine, cenere fine bianco-grigia, fiamma da blu a rosso chiaro. Se si sentono odori provenienti dalla combustione della legna, significa che la combustione è errata o non si sta usando legna vergine

Smaltire rifiuti in una stufa costituisce un reato di smaltimento illecito dei rifiuti (art. 256 del Testo Unico Ambientale) e di emissioni moleste per le persone (art. 674 codice penale).

Anche bruciare le biomasse all’aperto è molto inquinante perché le condizioni di combustione non ottimali provocano, ancora di più, la formazione di composti molto tossici e cancerogeni come il benzo(a)pirene.

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