Nella rete acquedottistica in montagna infatti la distribuzione avviene per caduta. Significa che le sorgenti e le vasche (bacini) di raccolta si trovano a monte dell’abitato. I bacini quando sono pieni sforano (maggiore portata in entrate rispetto all’uscita) con la conseguenza (fisica) che l’acqua in eccesso tracima.
Una volta tracimata si disperde in diversi modi, ma alla fine confluisce, quasi sempre, nell’Adda.
Per questo, quando i bacini tracimano perché pieni, è giusto e saggio evitare che l’acqua vada “persa”, ma che possa confluire nelle fontane pubbliche. Dando la possibilità ad agricoltori e cittadini di utilizzarla per le diverse necessità.
Solo quando il livello dei bacini scende sotto la “bocca” di tracimazione (come sta succedendo in alcuni comuni) si procede alla chiusura delle fontane e altri divieti per riportare in equilibrio l’entrata con l’uscita (consumo) e continuare a garantire la distribuzione dell’acqua per il consumo umano.