Il 15 di agosto è la festa dei falò
In foto il falò celtico – orobico della Végia Gósa di Albaredo per San Marco
Una leggenda della bassa Valtellina narra l’origine dei falò di Ferragosto, riportandoci a tempi oscuri in cui le streghe, figure misteriose e inquietanti, abitavano la valle.
Queste creature si manifestavano soprattutto nelle notti estive.
La più anziana delle streghe arrivava per prima in una radura nascosta ai piedi di un alto monte e accendeva un grande falò per indicare alle altre il luogo del sabba.
Una ad una, le streghe giungevano portando fascine di legna per alimentare il fuoco, che cresceva sempre più potente e sinistro, illuminando la valle con lugubri bagliori.
Attendevano l’arrivo di Belzebù, il principe del male, che conferiva loro il potere di seminare sventura su raccolti, animali e persone.
Le streghe si libravano nell’aria, diffondendo malefici: i raccolti marcivano, gli animali si ammalavano e malattie inspiegabili colpivano uomini, donne e bambini.
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Falò ferragosto valtellina
La popolazione era esasperata.
Sebbene si sentisse il bisogno di un esorcismo, la difficoltà del percorso e la paura impedirono ai sacerdoti di intervenire.
Fu allora che un contadino ebbe un’idea semplice ma brillante: accendere più fuochi per confondere le streghe, che non erano particolarmente abili nell’orientamento.
Così, durante le notti del sabba, in tutti i maggenghi venivano accesi falò, le luci si diffondevano sui monti della valle, disorientando le streghe che, incapaci di ritrovare il luogo del raduno, iniziarono a rinunciare ai loro piani malefici.
Con il tempo, gli abitanti furono liberati dal male e la tradizione dei falò estivi perdurò, anche se si perse la memoria della sua origine e i fuochi vennero limitati alla serata del 15 agosto, in occasione della solenne festa liturgica dell’Assunzione di Maria, simbolo della vittoria del bene sul male.