26 Aprile 2024 09:06

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Come autoprodurre il pellet da riscaldamento

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autoprodurre pellet da riscaldamentoAutoprodurre pellet da riscaldamento – La pulizia dei terreni agricoli e dei giardini privati o lo sfalcio di potature nei campi e nei parchi sono dei rifiuti green, ma anche delle risorse che si possono riciclare creando dei biocombustibili.

CIPPATORE – Utilizzando il biotrituratore (o cippatore), infatti, si possono riciclare questi materiali di scarto trasformando rami e tronchi, anche di grosse dimensioni, in cippato, sostanzialmente compattando materiali più piccoli da lasciare poi a macerare. In questo modo si ottengono da detriti vegetali come foglie, fieno, erba e paglia del cippato da trasformare in pellet che servirà per rifornire la stufa di casa.

LEGNA FRESCA – Un cippatore, che si può acquistare in diverse varianti, riesce a triturare erba, rami, foglie e scarti organici trasformandoli in materiale che diventa facilmente compostabile. Un biotrituratore, infatti, sminuzza legno e altre componenti sino a 10mm, a condizione che venga utilizzata esclusivamente legna ancora fresca.

PELLETTATRICE – Per realizzare in casa il biocombustibile serve però munirsi anche della pellettatrice (che è appunto la macchina per creare pellet). Tenendo presente che le dimensioni delle particelle di materiali  che vengono immesse nel dispositivo influenzano tanto la sua produttività e la qualità dei prodotti finali.

COSTO – Il costo dell’investimento iniziale per le attrezzature verrà comunque ammortizzato velocemente nell’economia domestica, anche grazie al risparmio sullo smaltimento del verde, trasporto compreso.

RISPARMIO – L’autoproduzione di pellet partendo da biomasse erbose consente di risparmiare grosse cifre: i costi della produzione in house sono infatti una piccolissima frazione rispetto al prezzo di acquisto del sacco da 15 kg in commercio.

PELLETTIZABILE – Come materia prima per autoprodurlo si usano principalmente dei sottoprodotti del legno, ma la maggior parte delle materie prime pellettizzabili sono biomasse facilmente e liberamente disponibili: segatura, rifiuti di legno, carta straccia (carta da macero), gusci di noce, erbacce, fieno e paglia.

Autoprodurre pellet da riscaldamento

ESSICAZIONE – Tornando al processo produttivo, dopo l’essicazione, per cui è sufficiente lasciare per una giornata al sole il cippato ottenuto all’inizio, si passa alla produzione vera e propria, ma sempre dopo aver misurato il grado di umidità finale (con l’igrometro) che dovrà essere non superiore al 15%.

COMPRESSIONE – La pellettatrice è un dispositivo a compressione, che richiede comunque poca energia, nel quale calore e pressione si utilizzano per comprimere e legare le materie prime grezze in prodotti finali con la forma tipica del pellet. La sua densità è fondamentale per l’efficienza della combustione: i migliori prodotti per le stufe a pellet sono ad alta densità. Va detto però che molte pellettatrici, soprattutto quelle dalle più piccole dimensioni e quelle low cost, faticano a produrlo con la densità ideale. Al contrario il pellet che ne esce si rompe facilmente creando una polvere che può ostruire l’impianto termico oltre ad aumentare la quantità di cenere prodotta dal combustibile.

FORMA – Le pellettatrici da privilegiare possiedono una testa a forma di anello: usano minore energia per produrre un pellet di qualità migliore e un combustibile con densità più elevata. Dei rulli forzano il materiale attraverso una filiera che gli fornisce la caratteristica forma tubolare. La materia prima viene riscaldata con vapore e/o pressione in modo che la lignina presente plastifichi tenendo insieme il pellet dopo il raffreddamento.

PRODUZIONE – Una pellettatrice per l’autoconsumo produce 600 pezzi ogni ora e il suo costo parte da 1.500 €. Con una macchina con un motore monofase da 3 HP si riescono normalmente a produrre ogni ora tra 20 e 60 kg di pellet. I dispositivi per la produzione commerciale ne producono invece migliaia di tonnellate all’ora

RESA – Da ricordare che il pellet ottenuto da cippato di legno vergine ha resa calorica migliore e possiede maggiore resistenza. Legni come faggio, betulla, pioppo, quercia sono a basso contenuto di resina e possono essere integrati con percentuali fino al 40% con legno di abete o pino. Come legante naturale si può utilizzare il mais.

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