Da lì cosa fare poi? Scendere verso Pezzo e la Val di Viso, (vorrò vedere realizzare piste come faranno data la complessità del versante), poi cosa fare? Risalire in qualche modo la Valle delle Messi puntando al Gavia? Oppure addirittura puntare alla zona Caione/Tre Signori per entrare in Valfurva da qualche colle? Una volta arrivati in Val di Gavia poi? Sali come da progetto verso Cima Gavia e scendi al Passo dell’Alpe? Io non so se si rendono conto cosa significa tutto questo, una tale devastazione di un patrimonio ambientale senza eguali, quello tra la Val di Viso/Messi e la Valfurva, in pieno Parco Nazionale dello Stelvio, che farebbe rabbrividire chiunque abbia un minimo di amore e rispetto per la montagna. Ma qualcuno si immagina la Valle del Gavia, che ospita l’unico esempio di Tundra Artica sulle Alpi, piena di stazioni in cemento armato, di sostegni della cabinovie, di paletti di plastica delle piste, di schiamazzi e rumori che faranno scappare la fauna, dei mille pacchetti di sigarette e sporcizia che troveremo poi in estate su questi percorsi, dove anche il rispetto per chi qui ha combattuto la guerra e dato la vita dovrebbe venire prima di tutto.
Dalle piste del Tonale, attraverso il Gavia, a quelle della Valtellina?
Vogliamo veramente trasformare quest’area in un “parco divertimenti” per gente che troppo spesso non sa neanche dove si trovi? Vogliamo portare avanti progetti vecchi di quarant’anni, progetti che ovviamente non hanno un futuro. Siamo qui che a malapena stiamo in piedi in queste località lombarde, inutile prenderci in giro, per le tante scelte sbagliate nel corso dei decenni più che per la mancanza di piste da sci; abbiamo pochi impianti che facciamo fatica a mantenere se non con finanziamenti pubblici, e vogliamo farne altri a spese dei contribuenti senza pensare al fatto che le spese aumenteranno, gli sciatori caleranno, il clima ci sarà ostile e non avremo la forza economica di tenerli in salute, ritrovandoci con molta probabilità intere valli distrutte con impianti che diventeranno fatiscenti.
Svegliarsi con 3 gradi al passo Gavia
Questa non è una visione lungimirante del futuro cara Regione Lombardia, cari amministratori locali (che cercano di giustificare questi scempi in ottica “green”, togliendo auto dalle strade) ed anche cari albergatori, questo è uso improprio di denaro pubblico, questa è una condanna a morte per quello che era, è e deve rimanere un “pilastro” del nostro turismo: la natura del Parco Nazionale dello Stelvio, l’area protetta più grande dell’arco alpino. Il Parco è nato con un preciso scopo: quello di preservare flora e fauna di una zona che nel 1935 è stata considerata tra le più belle delle Alpi, non dimentichiamolo mai! Nel 2021 progetti simili non dovrebbero neanche essere approvati da una giunta regionale che abbia competenze di montagna, per questo, per quanto mi riguarda, non è tollerabile ed ammissibile quanto deciso al Pirellone. Ripeto una frase che avevo scritto già tempo fa in un articolo per il Lago Bianco al Gavia: fin dove ci si può spingere per interessi economici? Invito tutti ad una riflessione a riguardo.
Marco Trezzi
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