19 Aprile 2024 17:22

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Tracce di storia nel centro storico di Bormio

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centro storico di BormioCentro storico di Bormio – MERITO ET TEMPORE

Inquartato: nel primo e nel quarto, d’oro all’aquila abbassata di nero, linguata di rosso e coronata del campo; nel secondo e nel terzo, d’argento alla biscia d’azzurro ondeggiante in palo e coronata d’oro, ingolante un moro di carnagione.

A seguito dell’incoronazione a Duca di Gian Galeazzo Visconti, lo stemma dei Visconti subì la variazione rappresentata nell’affresco della foto.

Scrive Gabriele Antonioli, nel suo libro sui castelli di Grosio: “Nell’ottavo decennio del secolo decimoquarto Grosio divenne il trampolino necessario per balzare su Bormio; i Venosta di Mazzo, diventati ghibellini e viscontei, si ponevano contro il vescovo di Coira ed i lontani cugini di Matsch”. I Visconti avevano acquisito l’importante sostegno dei Venosta largheggiando nella concessione di privilegi. Già l’arcivescovo Giovanni nel 1353 aveva concesso alla famiglia l’esenzione d’ogni dazio e pedaggio e tali prerogative erano state confermate il 23 febbraio 1372 da Galeazzo a beneficio di tutta l’agnazione dei Venosta. Come atto di ritorsione contro tale appoggio, l’anno successivo, i Bormini facevano razzia di capi di bestiame pascolanti sull’alpe di Verva in Valgrosina e appartenenti, probabilmente, ai Venosta. I Visconti, rafforzato a spese di tutta la valle il castello di Grosio, che quindi risultava già interamente costruito, lo affidavano alla custodia di Olderico Venosta detto Felino e allestivano una nuova spedizione. Il 30 novembre 1376, muoveva da Grosio l’esercito milanese al comando di Giovanni Cane, integrato con elementi locali, e, forzate le difese di Serravalle, metteva a ferro e fuoco la terra di Bormio”.

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