29 Marzo 2024 10:24

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Si scrive giro si chiama Stelvio

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Lo  Stelvio è la storia vera del Giro d’Italia. I suoi 48 tornanti sono infatti numeri magici  chiari per tutti coloro che hanno amato dal vivo  o conosciuto per le sue imprese Fausto Coppi.
Questo aspro passo della Valtellina  fu inserito per la prima volta nel percorso del Giro ciclistico d’Italia nell’anno 1953 e che con la tappa Bolzano-Bormio, consacrò per l’eternità un immenso Fausto Coppi.
Oggi, il punto più alto di ogni edizione del Giro d’Italia è chiamato proprio Cima Coppi in omaggio al grande campione nato a  Castellania in provincia di Alessandria.

La magia del Passo dello Stelvio
Il  Passo dello Stelvio (2.758 m), è la vetta per eccellenza del giro d’Italia noto come Cima Coppi. Il campionissimo infatti lo consacrò con una delle sue imprese più epiche il primo giugno dell’anno 1953.
Quel giorno si svolse la 20° tappa dell’edizione numero  36 del  Giro d’Italia il cui epilogo avrebbe oggi reso felici coloro che amano effettuare puntate su scommesse.netbet.it.  La storia in merito ci dice che lo svizzero Koblet era il leader della classifica generale.
In occasione della tappa numero 19, Fausto Coppi strinse però un patto proprio con il ciclista svizzero, dichiarandosi disponibile a non  attaccarlo il giorno successivo in occasione della ventesima e durissima tappa che da  Bolzano avrebbe  portato i girini a Bormio.
La musica però fu diversa; infatti, Coppi e  Koblet con a ruota Bartali, Defilippis e Fornara intrapresero una fuga. Il campionissimo come aveva in precedenza promesso non attaccò Koblet, ma affidò il compito a Defilippis.
Lo svizzero reagì all’attacco  invogliando Coppi a rispondere in modo impressionante. Il campionissimo quel giorno scrisse una pagina indelebile dello sport mondiale.
Fausto Coppi  raggiunse da solo il  GP della montagna del Passo dello  Stelvio con  quasi cinque minuti di vantaggio su Koblet che anche se in discesa lo ridusse,  arrivò comunque con   3’28”di ritardo  al traguardo finale di Bormio.
La magia di quel giorno ancora oggi sembra sortire dei buoni effetti. Nel 1975 infatti  a trionfare fu Fausto Bertoglio che riuscì a tener dietro  lo spagnolo (basco) Galdos che in classifica generale era alle sue spalle con un distacco di  40″.
Il traguardo finale che stavolta era proprio in cima al Passo dello Stelvio  vide vincitore lo spagnolo seguito a poco più di mezza ruota da Fausto che come Coppi  vinse il giro.

Le origini del Passo dello Stelvio
Il  Passo dello Stelvio è diventato un percorso montano del comprensorio della Valtellina all’inizio del 19° secolo allorché Ferdinando I d’Austria intese sfruttarlo come linea di collegamento tra la  Val Venosta e Milano che a quel tempo era parte integrante del suo regno.
Per portare a buon fine il progetto, l’Imperatore commissionò l’opera a Carlo Donegani, un vero mago dell’ingegneria stradale dell’epoca. Quest’ultimo però dovette  affrontare innumerevoli problemi a causa del terreno accidentato e soprattutto per le condizioni estreme che caratterizzano il luogo.
Ultimati i lavori, Ferdinando I d’Austria rimase sbalordito poiché oggi è diventato il passo di montagna percorribile più alto d’Europa.
La cima è tra l’altro meta di pellegrinaggio e non solo di cicloamatori italiani, ma anche di quelli provenienti da ogni parte del globo poiché c’è un monumento  che ricorda la mitica impresa di Fausto senza contare che è un modo unico per ammirare il comprensorio della Valtellina da oltre 5mila metri di altitudine.
Questa località montana dal canto suo vanta ampi spazi aperti e una grande  varietà di luoghi in cui sembra che il tempo si sia fermato nel passato.
Molto suggestiva è infine una visita di questo comprensorio nel periodo autunnale quando cioè  si possono ammirare  le sfumature di rosso,  arancione e giallo che caratterizzano le zone boschive.

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