Per quanto riguarda la Chirurgia, il direttore Melazzini ha chiarito che il reparto di Chirurgia generale con la chirurgia toracica sono al momento accorpati sia affinché il personale a disposizione possa garantire il rispetto dei requisiti di accreditamento per il minutaggio assistenziale, con un’ottimizzazione dell’assistenza infermieristica, sia in relazione a una maggiore funzionalità per le attività diagnostiche della chirurgia toracica, considerato che sullo stesso piano ci sono gli spazi dedicati all’endoscopia toracica. Il reparto di Chirurgia toracica ritornerà sullo stesso piano, negli spazi originari, nel momento in cui saranno a disposizione, per garantire l’assistenza nei vari turni, ulteriori sei infermieri e sette operatori sociosanitari. Gli attuali spazi della ex Chirurgia toracica erano stati identificati dal progetto esecutivo con fondi del Decreto Arcuri per l’adeguamento tecnologico e strutturale per essere trasformati all’occorrenza in Terapia intensiva. «La Chirurgia, non solo quella generale, con tutte le sue specialità è di alto livello, mi dispiace che ci sia chi parla senza conoscere nei dettagli la reale situazione – ha aggiunto Melazzini -: è una questione di programmazione, perché come bene si sa lo smaltimento delle liste di attesa, in particolare in ambito chirurgico, è legato alle classi di priorità e gli interventi urgenti sono sempre garantiti, come pure gli altri da pianificazione delle sedute operatorie, che vengono programmate e assegnate alle varie strutture specialistiche chirurgiche sulla base delle disponibilità dei medici anestesisti in servizio. Si sta facendo il possibile per il reclutamento di nuovi anestesisti al fine di implementare le sedute operatorie».
Allargando il discorso ai posti letto, la questione non cambia: c’è carenza di personale. I posti letto autorizzati e accreditati sono oltre 300, ma con il personale a disposizione, calcolando ferie, permessi e dipendenti che usufruiscono della legge 104, si può arrivare all’occupazione di 236 posti letto per rispettare le matrici assistenziali fissate che prevedono un impegno giornaliero per paziente che varia in base alla specialità: 120 minuti assistenziali a paziente per la Chirurgia, 240 per la riabilitazione, 180 per la chirurgia toracica. Oggi i pazienti ricoverati sono 154.
Il Morelli, così come moltissimi ospedali in tutto il Paese, cerca di fare fronte alla carenza di personale rivolgendosi a cooperative o a liberi professionisti allo scopo di garantire il servizio agli utenti. Lo stesso Morelli considera al momento il loro apporto per le attività, ma anche questa pratica, che ha salvato molti servizi dalla sospensione, è a rischio a causa del contenuto del Decreto legislativo 34 appena approvato dal Consiglio dei ministri, che consente di esternalizzare le attività solo nel caso di effettiva necessità e solo per le attività di pronto soccorso e di emergenza urgenza, limitatamente a un anno e senza possibilità di rinnovare i contratti. «Confido che il decreto venga emendato – ha auspicato il direttore Melazzini -, in caso contrario saremmo costretti a rivedere la programmazione».
Il Piano strategico 2023/2025, con progettualità a breve, medio e lungo termine si pone l’obiettivo di rendere più attrattivo il presidio sia per gli operatori sanitari che per gli utenti, partendo dall’attribuzione dell’autonomia economico-finanziaria da parte della Regione Lombardia nel contesto di Asst Valtellina Alto Lario, per agire sui seguenti punti. Promuovere un modello organizzativo che migliori l’efficientamento gestionale delle attività attraverso una riorganizzazione delle stesse; aumentare i ricavi soprattutto attraverso una riqualificazione dell’offerta chirurgica e aumento della produzione nelle aree di ricovero (cambiamento dei case mix dei DRG) e di quelle ambulatoriali; pianificare e attuare un piano di cost saving per la riduzione dei costi operativi di gestione; attivare nel breve e medio termine investimenti strutturali e tecnologici; ottimizzare l’allocazione delle risorse umane valorizzandone la professionalità; implementare l’attrattività sia verso pazienti che professionisti; attivare ulteriori convenzioni con corsi universitari e scuole di specializzazione. La riorganizzazione, che si baserà anche sull’efficientamento e ottimizzazione degli spazi, considerato che sono utilizzati sei padiglioni su 9, alcuni solo in parte: ad esempio, senza entrare specificatamente nel merito, nel quarto padiglione saranno concentrate le attività per acuti, il primo sarà dedicato alle malattie infettive e Tisiologia nei vari setting assistenziali, oltre che il laboratorio di microbiologia. Nel secondo verranno organizzate le attività in regime diurno, il terzo ospiterà, oltre a quanto già in essere, gli uffici tecnici e amministrativi e di direzione, il quinto per le attività riabilitative, il sesto accoglierà l’Ospedale di comunità, le Cure palliative, la foresteria e gli spazi dedicati per il Comitato Italiano Paralimpico. «Il Morelli – ha concluso il direttore Melazzini – è un ospedale vivo e dinamico che cerca di fare il massimo per gli utenti. Dobbiamo ricordare e fare tesoro di ciò che è stato e di ciò che è, ma si deve stare al passo con i tempi, innovandosi con la sanità che cambia. Io sono ottimista e fiducioso, Sondalo sarà un punto di riferimento garantendo risposte concrete al bisogno di salute del territorio ed extraterritoriali, oltre che per la sanità di montagna in qualità e sicurezza, e la consapevolezza sarà nella capacità che la riorganizzazione del Morelli rappresenterà in virtù di una riqualificazione dell’offerta sanitaria e gestionale, oltre che di una valorizzazione maggiore delle professionalità che vi lavorano».
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