28 Marzo 2024 14:05

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135 incidenti stradali causati da ungulati

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incidenti stradali causati da ungulati Cervi, quale è la situazione nel Comprensorio alpino di Sondrio?

Dal 2019 al 2023 sono stati 135 gli incidenti stradali causati da ungulati con particolare riferimento alla zona che comprende i comuni di Berbenno, Postalesio, Castione, Sondrio e Torre Santa Maria. I dati arrivano direttamente dal Comando della Polizia provinciale.

Non solo, nel 2023 ammontano 180.000 euro le risorse stanziate da Palazzo Muzio per garantire un indennizzo agli agricoltori che hanno registrato danni alle loro colture.
Numeri che ben rappresentano una situazione che desta non poche preoccupazioni, ma soprattutto che richiede un’analisi accurata così come una soluzione, a maggior garanzia di chi percorre le
strade della Provincia così come degli imprenditori agricoli.

Da tempo il problema della sovrabbondanza di cervi, con particolare riferimento ad alcune zone, è
all’attenzione della Provincia. A entrare nel merito della questione è Gianluca Cristini responsabile del Servizio Caccia, Pesca e Strutture agrarie di Palazzo Muzio.

In alcune zone della provincia, in particolare in alcuni settori, si parla di sovrabbondanza di cervi.
Da cosa dipende?

“Negli ultimi anni, il cervo ha avuto un forte incremento, sia in termini di consistenza che di distribuzione, in tutto l’arco alpino e non solo in provincia di Sondrio. I motivi sono molteplici: dall’incremento del foraggio disponibile alla regolamentazione dell’attività venatoria, dalla quasi totale assenza di predatori naturali al susseguirsi di inverni con temperature miti. Tale sovrabbondanza viene percepita maggiormente nelle zone in cui i cervi “interferiscono” con la popolazione e quindi con le relative attività antropiche, in particolare quelle agricole. In alcune zone, come ad esempio quella sulla sponda Retica compresa tra Berbenno e Sondrio, nella fascia che va dal fondovalle fino al limite dei coltivi, c’è una popolazione di cervi che è diventata “residente”, nel senso che vive in quella specifica fascia tutto l’anno, trovando rifugio nelle aree agricole abbandonate e rimboschite, anziché spostarsi, dalla primavera al tardo autunno, a quote più elevate”.

Incidenti stradali causati da ungulati

Quali problematiche possono sorgere in presenza di numeri troppo elevati di esemplari?

“Le problematiche sono diverse, ma quelle più significative e di maggiore evidenza a tutti, sono:
• incidenti stradali. Negli ultimi anni, oltre al numero di cervi è aumentato, infatti, anche il traffico su tutta la rete viabilistica provinciale;
• danni alle produzioni agricole: l’impatto è più rilevante dove vi è la presenza di colture specializzate ad alto valore (vigneti e frutteti).

INCIDENTI CON ANIMALI SELVATICI: LA TESTIMONIANZA

Il fabbisogno alimentare del cervo, quantificabile in circa il 10% del peso corporeo vivo di sostanza
verde al giorno, unito al comportamento gregario della specie, può avere effetti molto dannosi nel
momento dello sviluppo dei germogli, ma anche in prossimità della maturazione dei frutti.

Altrettanto importante è il danno che viene causato al mais coltivato sul fondovalle, con brucatura dell’apice delle piante impedendo la formazione della spiga, così come alle superfici destinate al pascolo delle vacche da latte nei maggenghi e negli alpeggi, con rilevante brucatura dell’erba prima della monticatura del bestiame.

Non solo incidenti stradali causati da ungulati

Vi sono altre problematiche, seppur di minor entità:
• trasmissione di zoonosi (malattie trasmissibili dagli animali all’uomo), principalmente mediante le zecche;
• danni da brucatura, con danni alla corteccia delle piante che contribuiscono al rinnovo forestale”.

Per quanto riguarda i danni alle colture come procede la Provincia e quante risorse apposta ogni
anno per far fronte a questa situazione?

“Per quanto riguarda i danni alle colture, la Provincia procede annualmente al loro indennizzo
stanziando risorse ad hoc. Quando i danni riguardano i vigneti destinati alla produzione di vini DOC o DOCG le somme possono diventare importanti. Purtroppo, rispetto ai valori valutati con le perizie effettuate da agronomi abilitati, la Provincia è in grado di coprire solo parti di essi, con % che variano di anno in anno sulla base della disponibilità di bilancio. Oltre ai danni per i quali viene richiesto un indennizzo, sappiamo che ve ne sono molti altri che non vengono denunciati, soprattutto nel caso in cui a subirli sia stato un hobbista, per il quale l’attività agricola non è la principale fonte di reddito.

Da sette anni, inoltre, la Provincia ha messo a disposizione degli agricoltori un fondo, al quale si può accedere aderendo al bando, che annualmente viene approvato, per finanziare l’acquisto di materiale finalizzato a realizzare sistemi di protezione, quali recinzioni fisse o elettrificate”.

C’è un altro aspetto che preoccupa ed è quello relativo alla sicurezza stradale. Anche in questo caso i numeri impongono una riflessione:135 incidenti in 5 anni.

“Nella maggior parte dei casi – spiega il Comandante Piermario Pollieno – gli incidenti si verificano in occasione dell’attraversamento della sede stradale da parte di singoli esemplari o di piccoli gruppi di cervi. Gli ungulati, infatti, sono piuttosto abitudinari e attraversano quasi sempre negli stessi punti.
Spesso il conducente, anche a causa della velocità, non riesce ad evitare l’animale che appare improvvisamente. Ed è proprio in questo periodo dell’anno che si verifica il maggior numero di incidenti. I cervi, infatti, scendono sul fondovalle dove trovano la prima erba fresca di cui sono molto ghiotti. Un altro periodo critico è quello autunnale, ma per motivi diversi. Durante la stagione degli amori, infatti, i cervi si spostano in maniera piuttosto massiccia”.

 

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Come ha pensato di ovviare a questo problema la Provincia e sulla scorta di quali evidenze scientifiche?

“Per alcuni anni, in accordo con il Comprensorio Alpino di Caccia di Sondrio, la Provincia ha cercato di intervenire sulla popolazione del cervo durante la normale stagione venatoria adottando strategie per concentrare i prelievi nelle aree agricole a maggiore sofferenza – spiega Cristini – Dopo aver verificato che i provvedimenti adottati non erano sufficienti a ridimensionare il problema, nel 2023, affidandosi ad una società di comprovata esperienza a livello nazionale nella gestione faunistica, è stato sottoposto all’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA) una proposta di Piano di Controllo, al fine di poter intervenire anche al di fuori della normale attività venatoria”.

Che tipo di condivisione ha trovato la proposta della Provincia?
“Il settore agricolo ha salutato con favore questa possibilità – spiega Cristini. Inizialmente il mondo venatorio ha espresso delle perplessità legate al timore che il Piano di Controllo potesse causare una diminuzione del numero di cervi cacciabili durante la normale stagione venatoria. L’attività venatoria nella stagione 2023 però, come era previsto, si è svolta regolarmente e senza alcuna ripercussione legata all’attività di controllo effettuata”.

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