16 Aprile 2024 17:47

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Intervista con Renato Fuchs, presidente di Bormio Terme

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Renato FuchsRenato Fuchs, presidente di Bormio Terme

Abbiamo incontrato a Bormio Renato Fuchs, 56 anni, bormino, figlio di albergatori della “Magnifica Terra”, coniugato con due figlie, nonno di Raffaele, presidente da giugno 2011 di Bormio Terme Spa, già amministratore delegato della società di via Stelvio dal 2001 al 2006, impegnato professionalmente nel campo dell’ingegneria sismica alla Fondazione EUCENTRE di Pavia.
Con lui, testimone più che autorevole del settore turistico della provincia di Sondrio, abbiamo fatto un’intervista e chiacchierata che si è rivelata, come spesso capita con Renato, densa di spunti e senza peli sulla lingua. Ve la offriamo come sempre senza filtri.

Che stagione estiva è stata per Bormio e per le Terme?
Bormio, ma credo valga anche per l’Alta Valtellina, ha vissuto una stagione abbastanza sottotono. Non si fatica a percepirlo dal numero di auto e persone in circolazione, e anche dalla lunghezza delle code sulle strade. Non sono comunque meravigliato, per diversi motivi, ma per la crisi innanzi tutto, che vedo anche e soprattutto negli altri settori in cui lavoro. Mentre le seconde case tengono o meglio reggono ancora, le vacanze in albergo si accorciano sempre più e si destagionalizzano.
Per Bormio Terme dopo giugno e l’inizio di luglio in parte in sottotono, dalla seconda metà di luglio i dati sono in ripresa con un miglioramento rispetto anche al 2012.

Quale ruolo vede Renato Fuchs per il comparto termale nel turismo valtellinese?

Il fatturato del comparto termale dell’Alta Valtellina è circa una volta e mezza quello del comparto impianti di risalita, Livigno esclusa. Il nostro problema principale a livello locale è la difficoltà nel trovare riscontro nel territorio, con servizi adeguati alla clientela termale. A Bormio Terme in particolare stiamo cercando di assumere una connotazione sempre più rivolta alle famiglie, mentre i Bagni di Bormio, con cui i rapporti sono buoni, improntati alla collaborazione e non alla contrapposizione, si rivolgono ad un’altra fascia di spesa e tipologia. Abbiamo però un settore che non sfruttiamo adeguatamente: le cure termali, che si rivolgono ad una clientela diversa ancora e che potrebbe lavorare dodici mesi all’anno. Per questo bisognerebbe rivedere le politiche turistiche del comprensorio. E’ fondamentale capire che noi abbiamo bisogno degli alberghi quanto loro hanno bisogno di noi.

La Bormio che sogna?
Il sogno è Bormio che torni ad essere la “Contea di Bormio”, un’unica area che offra al turista tutto quello che ha a disposizione (che è tanto), senza divisioni territoriali, con una pianificazione di lungo termine.

Lei è una persona che viaggia molto per lavoro, qual è secondo Lei il vantaggio competitivo della Valtellina?
La Valtellina, e in particolare l’Alta Valle, è un concentrato di risorse che non si trovano in nessun altro luogo: sci anche d’estate, Parco Nazionale dello Stelvio, Terme naturali, gastronomia.

Una domanda scomoda ora… perché ancora oggi capita di sentire dei valtellinesi che non sono mai stati a Bormio Terme o ai Bagni di Bormio e che però hanno frequentato o preferiscono andare alle terme nella vicina Svizzera?
Domanda difficile… Fatico a capirlo, forse preconcetti duri a morire, ma la colpa è nostra, non siamo capaci di farci capire. Le faccio un esempio. Qualche mese fa un albergatore di Bormio è venuto a trovarmi alle terme e dopo una veloce visita alla strttura mi ha chiesto dove si trovavano i trampolini, peccato che questi non ci sono più a Bormio Terme da 30 anni! Ripeto la colpa è nostra, ogni operatore turistico dovrebbe venire a conoscere le terme a fondo per venderle come parte integrante della sua offerta. Nessun cliente viene a Bormio per l’albergo, ma per Bormio, deve quindi essere messo nelle condizioni di conoscere quello che la località gli può offrire.

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