Giovedì prossimo a Prato allo Stelvio, ci sarà la prima proiezione del docufilm in lingua tedesca sulla conquista della Trafoier Eiswand, verranno proiettate immagini inedite della visita dell’Imperatore sullo Stelvio.
Carlo I però non fu un semplice Imperatore, è anche l’unico Imperatore ad essere stato proclamato Beato. La sua storia a capo dell’Austria inizia per caso in realtà, era quinto in linea di successione al trono ma, per una serie di eventi luttuosi, tra cui la famosa uccisione dello zio, Francesco Ferdinando, avvenuta a Sarajevo che diede vita alla Prima Guerra Mondiale, ci arrivò per primo.
Quando costruivano strade eterne: lo Stelvio
Nel novembre 1918, con la totale disfatta della sua Austria e la repentina nascita della Repubblica Austriaca che ancora oggi conosciamo, fu costretto ad abdicare e fu cacciato in malo modo secondo i piani della massoneria. Dapprima fu costretto ad emigrare in Svizzera quando apprese che la sua famiglia era in pericolo, poi venne mandato in esilio sull’isola di Madera dove cadde in totale povertà nel 1921, quando tentò invano di riprendere il trono di Ungheria al quale non voleva rinunciare. Mentre era sull’isola solo il Papa e la chiesa pensarono a lui, viveva nella più totale povertà con la moglie ed i figli, nella assoluta devozione a Dio. Molte persone di ogni rango che lo hanno incontrato hanno in seguito affermato di non avere mai incontrato un uomo così saggio e devoto, la cui unica missione era un’Europa senza guerra e senza dittature. Ultimo sovrano della duplice monarchia austro-ungarica, ne dovette subire il crollo, pur essendo tanto diverso dai suoi predecessori, per la sua religiosità, dirittura morale, visione sociale e riforma di uno Stato assolutista in uno confederale. Dotato di una fortissima coscienza di responsabilità sociale, conduceva anche una vita ricca di preghiera che ne tratteggiava i pensieri. Divenuto sovrano, soppresse le manifestazioni sfarzose della vita di corte, abolì i supplementi per le cariche supreme della corte imperiale-reale, introducendo uno stile di vita decisamente sobrio. Tutta una serie di iniziative sociali a favore dei suoi sudditi, specie i più poveri, furono interrotte per la caduta della monarchia, ma anche nella condizione di esiliato, divenne popolare per il suo senso della giustizia e per la cordialità con i dipendenti, certamente non usuale nella severa corte asburgica.
Alle 12:23 del 1° aprile 1922, a soli 35 anni, malato da settimane di polmonite, sofferente nel letto, esclamò alla moglie: “Gesù viene a prendermi”, in quel momento chiuse gli occhi per l’ultima volta. La sua storia ed i suoi pensieri commossero il Mondo, a Madera arrivarono qualcosa come 30000 persone per i funerali. La salma riposa sull’isola portoghese mentre il suo cuore giace insieme a quello dell’amata moglie in Svizzera.
Il 3 ottobre 2004, Papa Giovanni Paolo II, con la beatificazione in San Pietro a Roma, elevava alla gloria degli altari Carlo I d’Asburgo, l’Imperatore che dal trono d’Austria, attraverso la via regale della Croce di Cristo, ha scalato la vetta più sublime: la santità.
Marco Trezzi