19 Aprile 2024 03:14

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Il pasticcere dell’anno innamorato della Valtellina

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 innamorato della ValtellinaInnamorato della Valtellina

Abbiamo avuto il piacere di incontrare nella “sua” Sondrio Maurizio Santin, 47 anni, pasticcere da trenta, “milanesissimo” convinto, ma che vive nella nostra valle da quattro anni, sposato con Sabrina e innamorato della Valtellina, sui cui ha accettato volentieri di fare “quattro chiacchere”. Enorme il suo curriculum.

Dopo aver lavorato diciotto anni con il padre nel ristorante di famiglia con ben tre stelle Michelin a Cassinetta di Lugagnano, a pochi km da Milano, ha maturato esperienze in Francia all’interno di ristoranti stellati. Oggi svolge la sua attività di consulente in Italia e all’estero, sia come docente in corsi professionali che direttamente per le pasticcerie.

E’ stato esecutive chef della Città del Gusto del Gambero Rosso di Roma, ha un suo programma da otto anni su Gambero Rosso Channel e svolge attività editoriale per la Guido Tommasi Editore e cura la rubrica fissa su “Il Pasticcere” intitolata “Made in Black”. In Valtellina non ha mai lavorato, ma il “Cuoco Nero”, come lo chiamano i suoi fan, è stato premiato due volte come “pasticcere dell’anno” dalla guida dei ristoranti dell’Espresso (nel 1998) e da Identità golose (nel 2008).

Come nasce il suo rapporto di amore con la Valtellina?

Devo dire prima di tutto che amo la montagna e sopporto il mare dieci giorni all’anno. Per me la provincia di Sondrio è un’emozione in tutte le stagioni, mi piace la tranquillità che assaporo in questo posto, la possibilità di spostarmi come e quando voglio, la qualità della vita che mi offre. In cinque ore e mezzo in treno sono a Roma per il mio lavoro, non è vero che siamo fuori dal mondo, anche andare e tornare da Milano in treno in giornata costa solo quindici euro e con il giornaliero ATM vado a casa mia senza diventare matto in auto. Ci tengo a dire che i nostri mezzi pubblici sono importanti, non ci si può lamentare sempre. Certo la qualità dei treni potrebbe essere migliorata, ma due ore per andare a Milano possono essere accettabili, finchè il binario sarà unico non vedo grandi risparmi di tempo in questo senso. In Valtellina respiro aria pura e posso andare ovunque velocemente. Non credo che tornerei a vivere a Milano.

Il pasticcere dell’anno innamorato della Valtellina

Ci fa molto piacere, ma la valle non ha neanche un difettuccio?

Professionalmente parlando non ho avuto la possibilità di provare la zona, a livello di vita non posso che essere felice sia per i servizi disponibili che per i rapporti umani che ho trovato.

Ci interessa molto la sua visione come viaggiatore nel mondo sul turismo in Valtellina

Sicuramente non viene sfruttato completamente il potenziale territoriale, perché a mio avviso non sono stati creati i presupposti per far sì che i turisti premiassero la valle. Innanzi tutto la viabilità, a dir poco infernale. Uno dei motivi per cui prediligo i mezzi pubblici per spostarmi (gli piace definirsi “chef ecosostenibile”). Del resto per raggiungere la provincia di Sondrio le persone usano sempre l’auto e con una sola strada disponibile, e che strada, è normale che in alcuni casi passi la voglia ai turisti di tornare. Se ogni domenica dovessi impiegare quattro ore per tornare a casa probabilmente mi verrebbe il mal di testa. Detto questo credo che la Valtellina sia una delle più belle valli d’Italia. Purtroppo, non avendo potenziato il turismo locale, qualcosa bisognava inventarsi di alternativo per lo sviluppo economico, e i capannoni purtroppo ne sono la diretta conseguenza. Questo però è problema italiano, non solo locale Il turismo potrebbe far decollare il PIL italiano e invece molto spesso il Ministro del Turismo è senza portafoglio o con pochi poteri. Non ci siamo mai accorti in questo paese delle bellezze che abbiamo a disposizione, per troppo tempo abbiamo voluto dire che eravamo un paese industriale, ci faceva male dire “paese turistico e agricolo”, con il risultato che abbiamo tralasciato tutto il resto, basti pensare alle acciaierie che si trovano a Taranto.

Cosa farebbe per aumentare il “nostro” turismo?

Portare la nuova strada statale fino a Tirano, o almeno superare Morbegno. Il nostro territorio mi piace così tanto che ci verrei anche con quattro ore di coda, ma capisco che non tutti siano disposti a farlo. Poi ora abbiamo anche diversi ristoranti stellati, è un bel segnale per il comparto enogastronomico. Comunque non ho una visione tale per cui mi sento di giudicare la ricettività locale, ma un episodio che mi è successo pochi giorni fa forse è un buon esempio di cosa manca. Ho prenotato una domenica a pranzo in un rifugio alpino, ma raggiungibile in auto. Arrivarci è stato un inferno, senza nessuno che avesse pensato ad una navetta invece che costringere i turisti a parcheggiare praticamente sugli alberi. Il turismo va agevolato, non disincentivato con posti di blocco stradali, anche se giustificati, perché la viabilità è oltre la sua portata massima.

Come viene percepita la Valtellina fuori da provincia secondo il suo punto di osservazione?

Non mi sembra che la comunicazione locale raggiunga punte di eccellenza, si potrebbe fare sicuramente di più per veicolarla meglio. La percezione che ho quando ne parlo con gli altri è quasi sempre di un posto bello, ma fuori dal mondo e con una viabilità difficile.

Valtellina Turismo Mobile sta cercando di dare un contributo per migliorare la situazione, il suo parere sul nostro quotidiano?

Come vostro lettore penso che il progetto sia molto positivo, ce ne fossero di idee come queste per promuovere quello che ritengo senza dubbi un paradiso terrestre. Poi in una zona che dovrebbe e potrebbe vivere solo di turismo un giornale online che si rivolge principalmente a questo target era proprio quello che mancava.

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