Il ghiacciaio del Ventina si estende alla testata della valle omonima limitata dalla Punta Kennedy (3294 m s.l.m.), dal Monte Disgrazia, dal Pizzo Cassandra (3225 m s.l.m.) e dalla Cima Sassersa (2977 m s.l.m.). Il bacino di alimentazione è molto articolato e costituito da almeno due parti disuguali che la notevole riduzione di questi ultimi anni mette bene in evidenza. In data 10 ottobre è stata effettuata il classico rilievo glaciologico annuale.
Nonostante un trimestre estivo senza ondate di calore eccezionalmente intense o persistenti e spesso perturbato, almeno fino a luglio, la neve che ad agosto era ancora ben presente, nelle settimane di settembre e primi giorni di ottobre si è per buona parte fusa.
Il ghiacciaio anche per quest’anno registra importanti perdite sia di volume che di estensione. Grazie alla lunghissima serie storica di variazioni frontali, iniziata grazie a Luigi Marson nel 1895, possiamo contestualizzare il trend degli ultimi anni su una solida base di dati di variazione. Negli ultimi 10 anni il ghiacciaio si ritira a 33 m all’anno, valore 3 volte superiore alla media annua del periodo 1895-2011. Il 2021 non ha fatto eccezione con un ritiro di 30 m rispetto al 2020 ed evidenti variazioni morfologiche contraddistinte da una marcata copertura detritica in destra idrografica e la formazione di fratture e solchi di ruscellamento. Il ritiro frontale complessivo dal 1895 ha oggi superato 1,5 chilometri.
Fonte: servizioglaciologicolombardo.it
L’estate si è mangiata una fetta del Ghiacciaio del Morteratsch
Il ghiacciaio di Vazzeda arretra cinque metri ogni anno