Il diritto speciale di Livigno: sostituzione fiscale dal 1973

Il prezzo dei combustibili in Italia è costituito dal costo industriale, che include il margine di guadagno lordo dei gestori, e dalla componente fiscale, cioè accise e Iva. L’accisa è un’imposta fissa (di scopo) sui consumi, al netto delle addizionali regionali (introdotte nel 1999). Il suo ammontare è cambiato più volte per far fronte finanziariamente a situazioni ritenute emergenziali provocate da eventi naturali e non. Qui ci sono tutte le accise dal 1935 ad oggi. A questo si deve poi aggiungere l’imposta di fabbricazione sui carburanti. L’IVA sui carburanti è pari al 22% e colpisce sia il valore dei prodotti soggetti ad accisa che quest’ultima. A stima quindi si può dare questo dato percentuale per dare un’idea delle varie componenti sul prezzo finale di benzina e diesel: 10% margine operatori, 30% costo materia prima, 60% carico fiscale. Va specificato che solo sul margine lordo gli operatori possono modificare il prezzo alla pompa.

A Livigno, il duty free più alto del mondo, come noto non si pagano né Iva né accise, quindi spesso i turisti si domandano come si arrivi al prezzo finale dei carburanti nel Piccolo Tibet, che a logica dovrebbe essere quindi il 40% di quello che si paga nel resto d’Italia. La differenza si spiega col fatto che a Livigno, dal 1973 è in vigore una sostituzione fiscale. Tutto ciò che entra nel territorio, passando dalle dogane, subisce una tassazione chiamata “diritto speciale”, che finisce nelle casse comunali: 0,25 € su ogni litro di benzina e 0,155 € sul gasolio (oltre ad imposte di diversa entità su alcool, tabacchi, profumi).

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