24 Aprile 2024 13:28

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Alla scoperta del tiranese: Alpe Piscina e Cràp del Còren

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La caserma di PiscinaAll’alpe Piscina (1.100 s.l.m.) si può arrivare comodamente con strada asfaltata partendo da Tirano, passando per Cologna e dall’alpe Canali, oppure con la strada militare asfaltata che si stacca dalla statale per l’Aprica poco sopra la località Musciano, passando per la contrada di Marto e raggiungendo la borgata di San Rocco, arrivando quasi piana in Piscina.

Personalmente preferisco raggiungere Piscina con la “motopeduzzi“ (le proprie gambe) percorrendo la vecchia mulattiera che parte dal Castelàsc di Tirano, passando per la Prima Croce, per la Seconda Croce di Ronco, toccando Canali per poi arrivare in dieci minuti alla meta. Tempo un’ora di cammino per uno di gamba buona. Giunti all’Alpe occorre fermarsi al crocevia presso la casa dove vi fu la storica Osteria Gagìn. Da quel punto si potrà gustare un panorama “mozzafiato“ dell’intera vallata.

Al centro vi sorride la Val Poschiavo con i monti innevati del Bernina, sulla destra troneggia l’imponente Masuccio, sulla sinistra la vista spazia sino a Teglio. A lato e appena sotto, una vecchia fontana dà un’acqua fresca e cristallina. All’assetato consiglio di bere con il palmo della mano, in modo che l’acqua si scaldi un poco, pena qualche dente scoppiato dal gelo, tanto l’acqua è fresca e pura. Da quel punto, abbassando lo sguardo sul dolce declivio dei prati, si vede una grande e vecchia caserma, ora in disuso, dove i militari della prima guerra mondiale sostavano dopo aver prestato servizio al Forte Sertoli di Canali, località poco oltre l’alpe Piscina e raggiungibile con strada sterrata.

Le case di Piscina sono molte belle, alcune vecchie e ristrutturate altre nuove con ogni comodità. Questa bella località un tempo era sede di due negozietti ben forniti e di una trattoria dove l’ospitalità, l’allegria e il mangiar bene era d’ogni giorno. Ora l’osteria è chiusa, le botteghe ormai non servono più perché la spesa si fa nei supermercati. Rimane però immutato l’incanto dell’alpe, la sua quiete e gli spazi aperti. Ma non è tutto, dovete con la dovuta attenzione e perizia scoprire e scalare il “Cràp del Còren“.

A lato della vecchia caserma parte un sentiero che si inoltra in un bosco di faggi per circa 500 metri. Giungerete al Cràp del Còren. Chi ha l’ardire di salire su uno dei due grandi massi aguzzi con la strana forma di due corna di capra gli sembrerà di stare su una fusoliera di un aereo in alta quota. Le due rupi poco distanziate tra loro sono quasi a picco sulla Valle della Ganda con uno strapiombo di più di 600 metri. Da lassù si può vedere tutta la città di Tirano, parte di Villa di Tirano con la congiunzione del fiume Adda con il Poschiavino, l’intera Val Poschiavo e persino i monti di Sondalo. Il Cràp del Còren conserva un fascino particolare per le sue antiche leggende che i nostri avi ci hanno tramandato quali “‘l prèvet dèla Val dèla Gànda“, “La càbra de l’àva Celestina“.

Un avviso: chi scala il secondo “Cràp del Còren“ vada guardingo. Su quel picco nidifica una coppia di “astùr” (astore). Il visitatore sarà accolto dal rapace con volteggi e gracchiate minacciose e se sventuratamente l’intruso ha la testa pelata il rapace potrà scambiarla per una preda e avventarsi sopra, come è avvenuto al mio amico Luciano nella nostra ultima scalata.
Ezio Maifrè

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